De Rigo, i ricavi salgono del 7% trainati dai marchi del lusso

De Rigo, i ricavi salgono del 7% trainati dai marchi del lusso

Se non un gigante, viste le dimensioni del leader globale, Essilor-Luxottica e del numero due, Safilo, sicuramente una grande azienda del settore. Se non propriamente silenziosa, visto che negli ultimi anni ha aumentato le iniziative di marketing e comunicazione, un’azienda cauta, che non ama annunciare senza prima concretizzare. Parliamo del gruppo De Rigo, tra i protagonisti principali dell’occhialeria italiana, accanto ai citati Essilux e Safilo e a Marcolin, Thelios (gruppo Lvmh) e Kering Eyewear.

Un piccolo gruppo di grandi e grandissime aziende, parzialmente o totalmente integrate verticalmente, che hanno fatto dell’occhialeria italiana un’eccellenza globale, con un export che supera il 90% e che rappresenta un volano economico e di immagine per l’intero sistema moda, visti i legami strettissimi con la maggior parte dei marchi di media e alta gamma italiani e non solo. Il know how necessario per disegnare e produrre occhiali è talmente specifico che tutte le aziende stringono accordi di licenza con gli specialisti e chi non lo fa, in primis Lvmh e Kering, crea divisioni interne, con sede rigorosamente in Veneto, perché l’altra particolarità del settore, oltre all’export record, è la concentrazione, di fatto, in un unico distretto, quello del Bellunese. Maurizio Dessolis, ad del gruppo De Rigo, conferma le peculiarità dell’occhialeria e la sua resilienza, pur in un anno molto difficile per l’intero sistema moda.

Come è andato il 2024 per il vostro gruppo?
«Abbiamo chiuso l’anno con un fatturato consolidato in crescita del 6,8% a 536,8 milioni. Le forti variazioni dei cambi in alcune aree in cui operiamo hanno assorbito una parte della crescita: a cambi costanti l’incremento rispetto al fatturato 2023 sarebbe stato del 10,4%. E c’è di più: fino a maggio avremmo potuto ipotizzare un aumento a due cifre per l’intero esercizio, poi ha prevalso il clima economico e geopolitico incerto, che ha sicuramente inciso sulla fiducia e le scelte dei consumatori, in Italia e all’estero, nonostante il calo dell’inflazione, almeno in Europa».

De Rigo è un gruppo diversificato: avete marchi di proprietà, in licenza e catene di ottici. L’andamento è stato omogeneo?

«Uno dei fattori che ci porta a essere cautamente ottimisti per il 2025 è proprio la crescita ben bilanciata, anche geograficamente: la rete wholesale e le catene di proprietà General Optica (Spagna), Mais Optica (Portogallo), Opmar Optik (Turchia) e quella britannica Boots Opticians, in cui abbiamo una partecipazione, ci permettono di distribuire i nostri prodotti in 1oo Paesi, soprattutto in Europa, Asia e nelle Americhe, attraverso 24 società e un network globale di distributori indipendenti».

Fonte: Il Sole 24 Ore