Dead Drop: il fenomeno delle chiavette Usb nel muro torna anche in Italia

Dead Drop: il fenomeno delle chiavette Usb nel muro torna anche in Italia

Si chiama Dead Drop ed è il progetto che, nonostante sia tornato alla ribalta di recente, da oltre dieci anni ha l’obiettivo di unire mondo fisico e digitale. Un’iniziativa molto semplice: chiavette usb conficcate nei muri di tutto il mondo, da cui prelevare file e caricarne di propri, agganciando computer e dispositivi compatibili, anche tablet e smartphone. Un “network p2p anonimo in luoghi pubblici” come lo ha definito il fautore Aram Barthol, un artista di Brema che nel 2010 ha pensato ad un modo per sbloccare le potenzialità della comunicazione digitale anche in assenza di internet. Uno scambio di contenuti multimediali tornando ai tempi in cui foto e video si dovevano portare per forza con sé, su un supporto di memoria, in assenza delle potenzialità del cloud. Al mondo ci sono oltre 2.700 punti di “stoccaggio” delle chiavette, poco meno di cento in Italia. Dead Drop è sicuramente un’idea interessante, non priva di criticità. La problematica principale riguarda la sicurezza: non serve molto per infettare il telefonino o il computer a cui si aggancia una chiavetta “corrotta” su cui un malintenzionato ha inserito un qualsiasi file eseguibile, messo lì apposta per aprirsi un varco nei sistemi. C’è da dire che la community che si raccoglie intorno a deaddrops.com cerca di tenere aggiornata la mappa delle chiavette “pulite”, così da porsi come punto di riferimento ufficiale ed evitare contatti fasulli e rischiosi. Ma nessuno controlla gli stick e verifica che non siano danneggiati o modificati. Sono lì, alla mercé di chiunque. Eppure, in un paio di mesi, il fenomeno sembra essere esploso nuovamente, dopo anni silenti: solo in Italia sono nate decine di chiavette usb posizionate in luoghi più o meno centrali, come il Foro Bonaparte a Milano, Piazzale Aldo Moro a Roma ma anche località turistiche, da Grosseto a Catania, Venezia e Napoli. Sul portale del progetto è presente persino un tutorial su come installare le chiavette. Si parte con un buco nel muro, chiavetta senza protezione esterna, per renderla più sottile, e cemento a presa rapida. Tutto molto borderline e chiaramente incurante del codice civile, soprattutto in posizioni di valore storico e artistico, dove nulla può giustificare un’installazione del genere. È un po’ paradossale considerare come proprio nel momento di ritorno in auge di Dead Drops, il mercato faccia notare un aumento di ricavi per il segmento delle chiavette USB. Dal 2022 al 2030, stando ai dati degli analisti di Vantage Market Research, crescerà di un 7% composto per raggiungere e superare i 13 milioni di dollari a livello globale. In base alla tipologia di supporto, si distingue tra memoria a uso personale e per ufficio. È quest’ultima categoria a trainare le vendite, soprattutto nei tagli di archiviazione più alti. Il motivo? Le cosiddette pen drive rappresentano la soluzione ideale per chi cerca un modo per conservare i file più importanti, garantendo la massima portabilità. Altri dispositivi di archiviazione, come gli hard disk o gli SSD portatili, offrono certamente più spazio per lo stoccaggio dei dati, ma sono generalmente più ingombranti e pesanti. Nell’era dell’internet onnipresente, non bisogna sottovalutare l’utilità di una chiavetta USB; uno dei pochi modi per non rinunciare a foto, video e documenti di ogni genere, quando si è sconnessi dal web o, semplicemente, non si vuole passare per servizi di terze parti a cui affidare il trasferimento delle informazioni.

Fonte: Il Sole 24 Ore