Debutta Mimì, il furgoncino a idrogeno 100% Made in Emilia

Debutta Mimì, il furgoncino a idrogeno 100% Made in Emilia

Si chiama Mimì, acronimo di “micromobilità a idrogeno” ed è 100% Made in Emilia l’innovativo veicolo presentato ieri da Bieffe Project con l’Università di Modena e Reggio Emilia. La novità, che permette di risparmiare tra il 20 e il 30% di energia rispetto ai mezzi a idrogeno finora sul mercato, è che i tre componenti chiave – le fuel cell, i supercapacitori e la batteria al litio – lavorano contemporaneamente, in parallelo, e in fase di frenata viene recuperata l’energia che ricarica la batteria con performance inedite di efficienza, leggerezza e spazi di carico.

«I componenti di Mimì sono già sul mercato e avremmo potuto comprare a costi inferiori all’esterno, ma abbiamo scelto di costruire tutto l’hardware e il software in casa, con imprese locali, per avere prodotti di eccellenza e la conoscenza e il controllo totale su ogni aspetto. Abbiamo così realizzato un veicolo molto più efficiente e altamente flessibile: la versione a idrogeno è la più complessa, ma Mimì può essere costruito in versione elettrica e trasformato successivamente in propulsione a idrogeno attraverso un kit, in attesa che la rete di ricarica di idrogeno sia più estesa», spiega Franco Bonavigo, fondatore e amministratore delegato di Bieffe Project. Società modenese di ingegneria per l’automotive, nata a Modena nel 2002 che ha tra i clienti tutti i più noti brand della motor valley, nomi come Maserati o Ferrari.

Mimì è pensato per la logistica dell’ultimo miglio in città, con una straordinaria capacità di carico, può essere allestito a seconda dell’uso (da furgoncino compattatore dell’immondizia a van per il trasporto di pacchi) ha una autonomia fino a 200 km, grazie a una bombola da 27 litri che contiene 1 kg di idrogeno a 700 bar con cui si percorrono dai 150 ai 170 km – spiega Bonavigo – cui si somma il recupero di energia che ricarica la batteria durante il tragitto.

Il progetto nasce un paio di anni fa, è costato fin qui 750mila euro, di cui poco meno della metà sarà coperto da fondi Por Fesr grazie a un bando della Regione Emilia-Romagna, e ha visto Bieffe collaborare e fare da perno di una filiera di produzione tutta locale, assieme ad H2MoRe, il Centro di ricerca interdipartimentale dell’Università i Modena e Reggio Emilia specializzato nell’idrogeno, che ha curato la parte di ricerca industriale: la startup innovativa modenese Novac ha realizzato i supercapacitori da lei brevettati, un’altra azienda modenese, RF Design, ha curato gli alloggiamenti dei supercapacitori (sono stati spalmati all’interno della carrozzeria per ridurre al massimo i volumi) e la bolognese Arco Fc ha fornito le fuel cell.

«È un grande valore aggiunto aver concentrato tutte le competenze sul territorio, perché oggi abbiamo il controllo totale della tecnologia. Mimì è solo il primo di una serie di mezzi che stiamo sviluppando e abbiamo in programma per un futuro della mobilità a impatto zero», anticipa Bonavigo. In progettazione c’è un pullmino green di 6 metri per una trentina di passeggeri pensato per centri storici complessi come Firenze, con quattro ruote sterzanti per fare manovre in sette metri di spazio. E Bieffe Project – una settantina di collaboratori, quasi tutti ingegneri e un team di calcolisti (specializzati in calcoli strutturali) che è un fiore all’occhiello nella valle emiliana dei motori – sta studiando anche una piccola vettura a idrogeno per l’uso personale.

Fonte: Il Sole 24 Ore