Decreti 5.0 in ritardo, cade il mercato interno dei robot
Il mercato interno dal punto di vista delle commesse cede poco meno del 20%, quinto calo consecutivo che porta il valore assoluto a livelli decisamente anomali, questa volta verso il basso. Se il rimbalzo post-Covid aveva infatti rilanciato la domanda di investimenti, “scongelando” ciò che era rimasto in stand-by durante il lungo periodo di incertezza della pandemia, ora sul mercato nazionale si materializza un’altra forma di attesa: quella degli incentivi 5.0
Sbloccato a fine 2023 il negoziato con la Commissione Europea per riconvertire parte dei fondi del capitolo Repower EU sui bonus fiscali per nuovi impianti connessi e “green”, dopo il decreto approvato il 26 febbraio dal Consiglio dei Ministri, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 marzo, a più di un mese e mezzo di distanza mancano ancora i decreti attuativi per rendere operative le misure, che valgono nel complesso 6,3 miliardi di euro, con crediti di imposta che possono arrivare anche al 45%, più del doppio rispetto al livello attuale.
Il ministro del Made in Italy Adolofo Urso ha rassicurato le imprese, spiegando pochi giorni fa che anche se Transizione 5.0 sarà pienamente operativa con il rilascio di una piattaforma ad hoc ai primi di maggio, «le imprese devono sapere che anche gli investimenti realizzati dal primo gennaio e che sono in linea con gli obiettivi di Transizione 5.0 potranno accedere ai crediti fiscali previsti dalla legge».
IL MERCATO
Il mercato non sembra però essersi mosso in questa direzione e la sensazione è che ad oggi le aziende che possono attendere posticipano gli investimenti per poter approfittare degli incentivi, molto più potenti rispetto a quanto previsto dai meccanismi standard 4.0, che indicano un credito di imposta pari al 20%. La discesa delle commesse è in realtà analoga per mercato interno ed export, con una differenza rilevante: ponendo pari a 100 il livello medio del 2021, l’Italia si tova ora ad un livello quasi dimezzato (55), mentre i mercati di esportazione sono sotto quella media solo del 10%. Un primo trimestre così debole, nella storia recente si trova solo nel periodo Covid, l’avvio del 2020.
«Una situazione in stand-by da troppi mesi – spiega la presidente di Ucimu-Sistemi per Produrre Barbara Colombo – in attesa dell’operatività dei nuovi provvedimenti per la competitività. Noi costruttori continuiamo a ricevere dai nostri clienti richieste di quotazioni di offerte per progetti anche importanti che restano però in sospeso perché manca certezza sugli incentivi che saranno resi disponibili dal governo. Situazione che appare incredibilmente più nebulosa rispetto anche solo ad un mese e mezzo fa, quando fu presentato il decreto legge con l’impianto di Transizione 5.0. Su questo fronte, oggi, mancano ancora i decreti attuativi».
Fonte: Il Sole 24 Ore