Decreto coesione: richiesta bipartisan di sbloccare subito cofinanziamento fondi Ue

Chiusa la pausa elettorale, in commissione Bilancio al Senato entrerà nel vivo l’esame del decreto coesione. E non sarà solo una formalità. Dalle audizioni fin qui svolte e dagli emendamenti depositati emerge come la riorganizzazione del Fondo sviluppo e coesione (Fsc), che per legge è destinato per l’80% al Sud, e la ripartizione di altre risorse statali siano un tema ad alta temperatura. Così come la questione del cofinanziamento dei fondi strutturali europei.

Quasi azzerato il fondo per la perequazione infrastrutturale

Prendiamo ad esempio la quota minima di investimenti ordinari dello Stato in conto capitale che devono essere garantiti al Sud. Il decreto la fissa al 40 per cento. Si tratta di una maggiorazione rispetto a quanto introdotto dal decreto coesione del 2016, che prevedeva una quota proporzionale alla popolazione di riferimento, quindi per il Mezzogiorno il 34%. Va tuttavia segnalato – ha fatto osservare la Svimez intervenendo in commissione Bilancio – «che il nuovo provvedimento fa riferimento esplicito alle amministrazioni centrali dello Stato, restringendo l’ambito di applicazione della clausola rispetto alla legge di bilancio per il 2019», che lo aveva esteso anche ai contratti di programma del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti con Anas e con Rete Ferroviaria Italiana. «Una rilevante criticità – secondo la Svimez – dal momento che la quota del 40% si applica a un ammontare di risorse inferiore». Di risorse in diminuzione si è poi abbondantemente parlato a proposito del Fondo per la perequazione infrastrutturale che l’ultima legge di bilancio ha quasi prosciugato con un taglio di 3,48 miliardi che ha azzerato la dotazione per le annualità 2024-2026 lasciando solo una disponibilità di 100 milioni annui dal 2027 al 2033 (700 milioni complessivi). Il decreto coesione riforma il Fondo, introducendo una destinazione esclusiva a favore delle regioni del Mezzogiorno, ma non interviene sull’esiguità delle risorse disponibili.

Gli emendamenti gemelli di Pd e Lega

In commissione intanto sono arrivate le proposte di correzione dei partiti. Tra queste, due emendamenti gemelli bipartisan (a prima firma Manca per il Pd e Garavaglia per la Lega) prevedono che le risorse del Fondo sviluppo e coesione 2021-2027, utilizzabili a copertura della quota regionale di cofinanziamento dei Programmi europei di coesione, siano subito assegnate alle Regioni perché possano «immediatamente stanziarle, accertarle e impegnarle nei propri bilanci», nelle more della conclusione del riassetto complessivo dell’Fsc previsto dal decreto. Gli stessi emendamenti chiedono inoltre di utilizzare una quota dell’Fsc destinato alle amministrazioni centrali per creare un Fondo di premialità per le Regioni che entro il 2023 hanno speso almeno l’80% dei fondi Ue 2014-2020.

Fonte: Il Sole 24 Ore