Decreto flussi, la precompilata per l’ingresso di lavoratori domestici stranieri entro il 30 novembre
Il settore del lavoro domestico affronta oggi sfide importanti, tra cui spicca la difficoltà di reperire lavoratori provenienti da Paesi extra-UE, una problematica che incide profondamente sul funzionamento di un comparto fondamentale per il welfare nazionale. Questo settore rappresenta un supporto essenziale per le famiglie italiane che necessitano di assistenza domestica, contribuendo in modo determinante alla conciliazione tra vita professionale e familiare. Tuttavia, le normative previste dal Decreto Flussi (la precompilazione delle domande per far entrare in Italia e assumere lavoratori subordinati stranieri si chiuderà il 30 novembre per Click day fissati il 5, il 7 e il 12 febbraio 2025) presentano diverse criticità: l’eccessiva complessità delle procedure amministrative e i lunghi tempi di attesa non rispondono efficacemente alle esigenze delle famiglie.
I dati Inps
I dati dell’Inps confermano la rilevanza del lavoro domestico: nel 2022, il numero complessivo di lavoratori in questo ambito è stato di 894mila, di cui 429mila badanti e 465mila colf. Questa situazione riflette i cambiamenti sociali in corso, con un incremento delle badanti legato all’invecchiamento della popolazione e alla crescente domanda di assistenza. In tale contesto, il ruolo dei lavoratori stranieri, in particolare quelli provenienti da Paesi non appartenenti all’Unione Europea, è imprescindibile per mantenere l’efficienza del sistema di welfare familiare. Senza il loro contributo, risulterebbe impossibile rispondere in maniera adeguata all’aumento delle necessità di cura e supporto. L’invecchiamento demografico e le difficoltà nel bilanciare impegni lavorativi e familiari rendono questo settore ancora più strategico.
Il click day
Un ulteriore ostacolo è rappresentato dal cosiddetto “Click day”, il momento in cui è possibile inviare le richieste per i nulla osta. Questa procedura, caratterizzata da un numero limitato di posti che si esauriscono in pochi minuti, obbliga molte famiglie a rimanere in attesa fino all’apertura del successivo bando, spesso dopo un anno, senza alcuna garanzia di successo nella presentazione della domanda.
«Stop click day e quote di ingresso»
“Quello dell’immigrazione è un tema centrale quando si parla di lavoro domestico – ha dichiarato l’Avv. Filippo Breccia Fratadocchi, vicepresidente di Nuova Collaborazione –. Il “Click day”, sebbene indispensabile, coglie impreparate le famiglie che, da sole, si trovano a gestire le complicate procedure burocratiche. La PEC e la firma digitale, al giorno d’oggi, sono strumenti fondamentali per l’accesso ai servizi digitali e la gestione delle comunicazioni ufficiali in ambito pubblico e privato. Tuttavia sono ancora molte le persone che non dispongono di un domicilio digitale, in particolar modo gli anziani, che si trovano così costretti a ricorrere ai propri familiari o ad un aiuto esterno. Ciò può comportare un allungarsi dei tempi burocratici. A questo si aggiunge che il “Click day” dura pochi minuti ma occorrono tempi lunghi – dai 6 ai 9 mesi – prima di vedere concretizzarsi l’assunzione di un lavoratore. Confidiamo che si giunga presto all’eliminazione definitiva del meccanismo del ”Click day”, sostituendolo con un sistema di assunzione permanente e continuativo per i lavoratori stranieri nel settore del lavoro domestico, svincolato da limiti numerici – quote di ingresso – e temporali. Un modello di assunzione dei lavoratori stranieri ad hoc per il comparto, essenziale per garantire continuità e serenità alle famiglie e per rispondere in modo strutturale e tempestivo alle esigenze di un settore che è ormai diventato fondamentale per il nostro Paese”.
Fonte: Il Sole 24 Ore