
Delmastro boccia la riforma Nordio, nuovo caso nel governo
Della riforma della giustizia sulla separazione delle carriere nella magistratura «l’unica cosa figa è il sorteggio dei togati al Csm, basta». Le parole di Andrea Delmastro finiscono nero su bianco sul Foglio e fanno scoppiare l’ennesima grana per Giorgia Meloni, con le opposizioni che chiedono le dimissioni del sottosegretario alla Giustizia, «perché ha perso ogni credibilità». Ma spinge pure l’Anm, nonostante il tentativo di Delmastro di ridimensionare la portata di «ragionamenti in un colloquio informale», a ribadire che la separazione delle carriere «servirà solo ad assoggettare i magistrati al controllo del governo».
Nordio: su Delmastro enfatizzazione giornalistica
Silenzio e imbarazzi in casa di FdI, dove la prima pagina del quotidiano ha iniziato a girare appena comparsa nelle prime rassegne stampa notturne, fino alle dichiarazioni del ministro Carlo Nordio che ha parlato di «enfatizzazione giornalistica di una discussione complessa», e ha rilanciato: «Alla fine il risultato è stato ottimo, come l’amico Delmastro mi ha tempestivamente ribadito».
Le critiche di Delmastro
L’irritazione è arrivata ai piani alti del governo, e fino a pomeriggio inoltrato non sono emerse tracce di contatti fra Meloni e Delmastro. In un momento già complicato sotto vari punti di vista, la premier avrebbe evitato volentieri il caso di un sottosegretario di FdI che critica la riforma varata dal ministro al fianco del quale lavora, peraltro suo collega di partito. «Dare ai pubblici ministeri un proprio Csm è un errore strategico che, per eterogenesi dei fini, si rivolterà contro. I pm, prima di divorare i politici, andranno a divorare i giudici. L’unica cosa figa della riforma è il sorteggio dei togati al Csm, basta», uno dei concetti espressi da Delmastro, secondo cui «quando un pm non dovrà neanche più contrattare il suo potere con i giudici in un solo Csm e avrà un suo Csm che gli garantirà sostanzialmente tutti i privilegi, quel pm prima ancora di divorare i politici andrà a divorare i giudici, che hanno il terrore di questa roba».
Gli attacchi delle opposizioni
Dal primo mattino scatta la batteria di comunicati delle opposizioni. Pd, M5s, Italia viva, Avs, tutti chiedono un passo indietro di Delmastro. «Non resta a Delmastro che agire di conseguenza e unirsi a noi nel voto di sfiducia al ministro Nordio» incalza tra gli altri il leader del M5s Giuseppe Conte.
L’imbarazzo nella maggioranza
Il sottosegretario all’ora di pranzo interviene con una nota: «L’impianto della riforma è ottimo», e «la soluzione di approdo, pur nei diversi percorsi argomentativi e nelle sfumature interpretative, è assolutamente condivisa e sostenuta senza tentennamenti da tutto il centrodestra». Due ore più tardi il Foglio pubblica sul sito l’audio della conversazione. Per le opposizioni è la conferma del cortocircuito nel governo. Per FdI invece l’audio «smonta» le polemiche, «chiarisce» che per il sottosegretario la riforma «è ottima». Gli alleati preferiscono non commentare. «Sfoghi personali che lasciano il tempo che trovano», si ragiona in ambienti di FI, «conta solo l’accordo politico a portare avanti senza indugi la riforma».
Fonte: Il Sole 24 Ore