Detto & contraddetto: lo scontro sul comandante libico Almasri
La querelle sul caso Almasri è arrivata in Parlamento con l’informativa dei ministri Nordio e Piantedosi. Una vicenda che ha suscitato molte polemiche, nella quale la premier Giorgia Meloni è indagata dalla Procura di Roma per favoreggiamento e peculato per il rimpatrio del generale libico Osama Njeem Almasri. Con Giorgia Meloni sono indagati due ministri, quello della Giustizia Carlo Nordio e quello dell’Interno Matteo Piantedosi, oltre al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Almasri è il comandante della prigione di Mitiga: è stato accusato dalla Corte penale internazionale di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Sotto la lente dell’opposizione il rilascio di Almasri e il suo rimpatrio a bordo di un aereo di Stato italiano. L’avvocato Li Gotti ha presentato una denuncia contro Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano per favoreggiamento e peculato per la scarcerazione del funzionario libico Osama Almasri e per la sua espulsione a Tripoli con volo di Stato. In Detto & contraddetto le diverse opinioni politiche a confronto.
Meloni: liberato su disposizione dei giudici, non del governo
«Almasri è stato liberato su disposizione della Corte d’appello di Roma, non su disposizione del governo. La Corte chiede dei chiarimenti? Manderemo dei chiarimenti. E ne chiederemo a nostra volta».
«Vale oggi quello che valeva ieri: non sono ricattabile e non mi faccio intimidire. Avanti a testa alta»
Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei ministri, 25 e 28 gennaio 2025
Nordio: non faccio il passacarte, l’atto Cpi era nullo
«Il ruolo del ministro non è semplicemente quello di un organo di transito delle richieste: è un organo politico che deve meditare sul contenuto di queste richieste in funzione di un eventuale contatto con altri ministeri e funzioni organo dello Stato. Non faccio da passacarte, ho il potere di interloquire con altri organi dello Stato in caso di necessità e questa necessità si presentava eccome. Serve valutare la coerenza delle conclusioni cui perviene la decisione della Cpi. Questa coerenza manca completamente e quell’atto era nullo, in lingua inglese senza essere tradotto e con vari allegati in lingua araba»
Fonte: Il Sole 24 Ore