Detto e contraddetto: lo scontro sulla separazione delle carriere

Detto e contraddetto: lo scontro sulla separazione delle carriere

Sulla separazione delle carriere dei magistrati la maggioranza ha tirato dritto nonostante l’allarme lanciato del Csm, che ha stroncato la riforma. Mesi di ping pong a Montecitorio sul disegno di legge costituzionale che introduce la separazione della carriere nella magistratura, ora il via libera della Camera in prima deliberazione. La riforma ha ottenuto 174 voti favorevoli, 92 contrari, 5 astenuti. Azione e Più Europa hanno votato a favore della riforma, Italia viva si è astenuta. Il testo passa ora al Senato per il secondo voto della prima lettura. A cui poi, trascorsi almeno tre mesi, dovranno seguire i voti di Montecitorio e palazzo Madama, in quanto le modifiche alla Costituzione hanno una procedura di approvazione aggravata. Ecco le voci dei protagonisti a confronto.

Meloni, separazione per rafforzare la terzietà del giudice

«La separazione delle carriere serve a rafforzare la terzietà del giudice, ma al di là del merito, mi stupisce sempre il tono apocalittico col quale si risponde a qualsiasi tentativo di riforma della giustizia, come se fosse un attacco: vuol dire escludersi dalla possibilità di dibattito per collaborare, e impedisce il contributo positivo che può arrivare dai vertici della magistratura»

Giorgia Meloni, 9 gennaio 2025

Csm: non si comprende come possa contribuire a qualità ed efficienza

«La separazione delle carriere non trova riscontro nella giurisprudenza costituzionale, non si comprende come possa contribuire a migliorare qualità ed efficienza della giurisdizione»

Parere critico votato dal Csm, 8 gennaio 2025

Fonte: Il Sole 24 Ore