Difesa, F35 e Gcap, ecco come l’Italia punta a rendersi autonoma dagli Usa

Difesa, F35 e Gcap, ecco come l’Italia punta a rendersi autonoma dagli Usa

Che cosa è il Gcap

«Il Gcap – ha spiegato il ministro della Difesa Guido Crosetto – un ambizioso progetto per lo sviluppo, in collaborazione con Regno Unito e Giappone, del velivolo caccia di 6^ generazione. Sarà fondamentale per garantire capacità operative innovative nonché un importante vantaggio competitivo e tecnologico nel panorama aerospaziale, essenziale per affrontare sfide future». Non è dunque un “semplice” velivolo: viene definito “un sistema di sistemi (SoS)” progettato con un’architettura aperta, che garantisce la perfetta integrazione dei sistemi con e senza equipaggio. Questo salto tecnologico dovrebbe migliorare la consapevolezza della situazione, la comunicazione, il processo decisionale attraverso l’intelligenza artificiale (AI) e i big data, nonché la bassa osservabilità. I progressi tecnologici del Gcap si estenderanno oltre il combattimento aereo, a vantaggio anche delle piattaforme terrestri e navali. Il Gcap dà la priorità alle Emerging & Disruptive Technologies (EDTs) come l’IA, l’apprendimento automatico, l’ipersonica, i sistemi quantistici e i materiali avanzati. Queste sono in linea con le priorità dell’Agenzia europea per la difesa (EDA), della Commissione europea) e della Nato, in particolare in termini di sicurezza informatica, comunicazioni di nuova generazione e spazio.

Il budget della Difesa per il caccia di sesta generazione: 8,9 miliardi di euro fino al 2050

La Direzione strategica 2025-2027 del Ministero della Difesa considera il Gcap un’opportunità per promuovere gli investimenti in ricerca e tecnologia. Il Documento Programmatico Pluriennale 2024-2026 (DPP), che fa il punto sulle priorità strategiche dell’Italia, stanzia 8,9 miliardi di euro per il caccia di sesta generazione fino al 2050 e sottolinea il suo ruolo per rafforzare le capacità militari italiane.

Come si concilia il Gcap con l’Eurofighter e l’F-35

Il Gcap, viene chiarito nel report, si affiancherà per un certo periodo alle piattaforme in servizio come l’Eurofighter Typhoon e l’F-35, sostituendo il primo nel lungo termine. In effetti, l’Italia ha acquistato un totale di 118 Eurofighter Typhoon, tra cui la quarta tranche ordinata di recente, molti dei quali rimarranno in servizio fino al 2060 e saranno interoperabili con il Gcap. La flotta di F-35 si sta ampliando, si pianifica di arrivare ad un totale di 115 velivoli, migliorando la padronanza italiana delle tattiche di impiego di aerei a bassa osservabilità. Entro il 2040, l’Aeronautica Militare probabilmente opererà oltre 180 tra F-35 e Eurofighter Typhoon aggiornati. Il tutto garantendo l’introduzione graduale del caccia di sesta generazione.

Le ricadute a livello industriale

Sul fronte industriale, il Gcap presenta importanti opportunità per l’industria italiana della difesa, in particolare per Leonardo (Lead System Integrator), Avio Aero e ELT Group (Sub Lead System Integrator), ma anche per MBDA Italia e l’intera catena di fornitura, comprese le Pmi, gli istituti di ricerca e le università. Persistono le sfide strutturali, tra cui la limitatezza degli investimenti in settori chiave e l’esitazione di alcuni enti a impegnarsi in un progetto di alto livello e altamente classificato come il GCAP. Il programma del caccia di sesta generazione, osserva ancora l’Istituto affari internazionali nel report, potrebbe portare a significativi progressi tecnologici in tutti i settori e richiedere una mobilitazione industriale. Il Ministero della Difesa italiano ha lanciato l’iniziativa GCAP nell’aprile 2023 per promuovere l’innovazione, facendo leva sulla collaborazione tra industria, università ed enti di ricerca, università ed enti di ricerca.

Relazioni bilaterali più forti tra Italia e Giappone

Il Gcap ha come conseguenza quella di sviluppare una relazione bilaterale più forte tra Italia e Giappone, che prima di questa iniziativa avevano una cooperazione limitata nel campo della difesa. L’Italia e il Regno Unito hanno una lunga storia di progetti congiunti, sostenuti da aziende come Leonardo UK e MBDA. Questi legami sempre più stretti sottolineano il significato più ampio del Gcap, al di là dello sviluppo di un caccia di nuova generazione, posizionando il Regno Unito, l’Italia e il Giappone come attori chiave nel nel plasmare il futuro delle capacità di combattimento aereo.

Fonte: Il Sole 24 Ore