Difesa, il capo di Stato maggiore dell’Esercito Masiello: «Investire nelle nuove generazioni, le idee non hanno gradi»
Una rivoluzione culturale per l’Esercito, per renderlo pronto ad affrontare le nuove sfide sul profilo della sicurezza. «L’Esercito ha il dovere di prepararsi a qualsiasi evenienza» ha sottolineato il capo di Stato maggiore dell’Esercito Carmine Masiello, audito dalla commissione Difesa della Camera sulle linee generali dell’incarico coperto. «Serve disporre di uno strumento militare capace di contrastare le minacce emergenti, anche nei domini spazio e cyber – ha spiegato -. In Ucraina si combattono al contempo tre conflitti: uno tradizionale, uno tecnologico dei droni e una guerra ibrida. Serve un cambiamento culturale e di approccio organizzativo. L’Esercito deve essere proattivo. Serve un investimento concreto nelle nuove generazioni, che devono essere il motore del cambiamento per far crescere l’esercito.
Serve un bacino di forze di riserva
«Le idee – ha sottolineato Masiello – non hanno gradi. l’Esercito ha bisogno di crescere e rinnovarsi». La formazione, l’addestramento e la tecnologia sono le strade da percorrere. «Occorre aumentare le dotazioni organiche», ha continuato il capo di Stato maggiore dell’Esercito. E «occorre evolvere verso un bacino di forze di riserva».
L’Esercito o è tecnologico o non è
C’è poi la partita della tecnologia. «L’Esercito o è tecnologico o non è», ha aggiunto il generale. Anche perché «il momento storico attuale è caratterizzato da una vera e propria corsa agli armamenti».
Fonte: Il Sole 24 Ore