Dimissioni Halevi, chi sono i tre possibili nuovi capi dell’esercito israeliano
Sono tre i candidati a prendere il posto del capo di Stato Maggiore dell’Idf, Herzi Halevi, dopo che le sue dimissioni diventeranno effettive il prossimo 6 marzo. Lo scrivono i media israeliani spiegando che il ministro della Difesa Israel Katz inizierà domenica 26 gennaio i colloqui con i candidati. “Ho intenzione di condurre un processo ordinato e rapido per consentire al capo di Stato Maggiore nominato di prepararsi il prima possibile alle numerose sfide alla sicurezza che lo Stato di Israele deve affrontare in questo momento”, ha affermato Katz in una nota.
Il vice Baram, candidato naturale
Il primo candidato, forse il più naturale, è il vice di Halevi, il generale Amir Baram. Lui stesso, però, una settimana fa aveva scritto una lettera indirizzata al suo superiore in cui chiedeva di poter terminare il suo incarico. A causa della guerra contro Hamas, il suo mandato era già stato esteso di sei mesi, per un totale di due anni e mezzo. “L’intensità della guerra è diminuita in modo significativo, la mia capacità di contribuire alla situazione attuale è limitata”, aveva scritto Baram.
Zamir, Dg della Difesa in stand by
Secondo nome in lizza, che appare il favorito a sostituire Halevi, è quello del direttore generale del ministero della Difesa, il maggior generale Eyal Zamir. Viene considerato il candidato più adatto alla luce della sua vasta esperienza nella gestione dei sistemi di sicurezza e delle sfide alla sicurezza nazionale. Anche lui, l’11 novembre scorso, aveva comunicato al ministro della Difesa, Israel Katz, l’intenzione di volersi dimettere. In precedenza ha ricoperto il ruolo di vice capo di Stato maggiore, capo del comando meridionale delle Idf e segretario militare del primo ministro. Nominato nel 2023 direttore del ministero della Difesa dall’allora ministro Yoav Gallant, Zamir aveva messo da parte le sue dimissioni su richiesta di Katz. Alla vigilia del rilascio dei primi tre ostaggi lunedì 20 gennaio ha dato indicazioni al ministero della Difesa perché tutte le risorse fossero rese disponibili per l’attuazione dell’accordo, l’accoglienza degli ostaggi rientrati e per il sostegno alle loro famiglie.
Yadai e l’ammissione del fallimento per il 7/10
Terzo e ultimo candidato è il generale Tamir Yadai, capo delle forze di terra delle Forze di difesa israeliana. Dopo tre anni in carica, a settembre il Times of Israel aveva riferito che intendeva dimettersi per ’’motivi personali’’. Successivamente aveva ammesso che ’’il 7 ottobre abbiamo subito un fallimento totale’’ e aveva sottolineato che “ricostruire la fiducia della popolazione in noi e la fiducia militare interna richiede uno sforzo sostanziale”. Di Yadai viene apprezzata la grande esperienza nella gestione di sistemi logistici e operativi complessi, soprattutto in contesti di emergenza.
Esclusa invece la candidatura di Ori Gordin, capo del comando settentrionale delle Idf. Come afferma l’emittente N12, l’establishment della Difesa ritiene che il prossimo Capo di Stato Maggiore dovrà affrontare una serie di sfide complesse alla sicurezza, tra cui la gestione della minaccia che proviene dall’Iran e dai suoi alleati. C’è poi il rischio di una possibile escalation ai confini settentrionali e meridionali, nonché le sfide legate alla tecnologia nei teatri moderni di guerra.
Fonte: Il Sole 24 Ore