Dino Campana e il variantismo ritrovato

Dino Campana e il variantismo ritrovato

Così come i Canti Orfici sono stati definiti da Dino Campana “la giustificazione della mia vita” per Gianni Turchetta, già autore da giovane studente di una tesi sullo scrittore ora da docente universitario ordinario curatore del Meridiano dedicato all’opera completa del poeta di Marradi, potrebbe dirsi altrettanto.

Il progetto editoriale di Mondadori nasce innanzitutto dalla necessità di un’edizione il più possibile completa e condotta secondo criteri per quanto possibili unitari. Ambire per necessità a un’opera completa di Campana significa raccogliere in un unico volume, con un ampio corredo di apparati critico-filologici e di note ai testi, tutti gli scritti disponibili di Dino Campana, in un’edizione affidabile, che tenga conto consapevolmente di tutte le edizioni precedenti.

Il Meridiano

Un’edizione simile deve tenere conto soprattutto dei dati testuali ispirati oltre che alla poetica alle vicende drammatiche della vita dello scrittore. Era necessaria un’opera omnia di Campana, oltre che per la rilevanza riconosciuta dell’autore, anche per la difficoltà di reperire i testi: molte edizioni sono infatti da tempo indisponibili sul mercato. Nel Meridiano la centralità non poteva che spettare ai “Canti Orfici” la cui composizione si avvale delle correzioni fatte da Campana sulle copie di amici.

Variantismo

Un processo creativo noto come variantismo: così sperimentava possibili varianti per poi inserirli a penna, negli spazi disponibili. Ma è intenzione di Turchetta fare emergere la qualità di scrittura di Campana, superando la fama consolidata che lo vuole confuso nella sua ossessione variantistica, frutto di uno squilibrio psichico. L’internamento in manicomio, in tempi in cui era una macchia incancellabile, è stato il motivo per il quale a lungo gli è stato negato lo status di scrittore autentico e originale.

Turchetta invece condivide il punto di vista del filosofo Michel Foucault, ossia “dove c’è opera non c’è follia”, nella stesura di “Campana. L’opera in versi e in prosa”, ( pagg. 1780, euro 80, Mondadori editore). Fin dalla argomentata introduzione, Turchetta sostiene che non c’è coincidenza fra la sua poesia e la follia, smontando il cliché del poeta dai limitati mezzi espressivi, diventato personaggio come certe rock star solo a seguito di noti episodi esistenziali.

Fonte: Il Sole 24 Ore