Diritto alla disconnessione: no a chat, whatsApp, sms o mail di lavoro a tutte le ore. Ecco cosa prevede il ddl Sensi
É un diritto la disconnessione dal lavoro? Per ora in Italia no. La puntata di Parlamento 24, un filo diretto con ciò che avviene alla Camera e al Senato, è dedicata al disegno di legge di cui è promotore in Senato il senatore Filippo Sensi del Pd. Un testo per dire no alle invasioni di campo del lavoro nella vita privata, assegnato alla commissione Lavoro di Palazzo Madama in sede redigente e quindi con un iter parlamentare più veloce.
Oggi per molti lavoratori è difficile sottrarsi a comunicazioni elettroniche come e-mail, whatsApp, sms, durante le ore non lavorative e durante i giorni festivi. E in Italia per ora non c’è una legge sul diritto alla disconnessione, come c’è per esempio in Australia, approvata lo scorso agosto. La legge italiana, infatti, non riconosce esplicitamente la disconnessione come un diritto, ma ne prevede la regolamentazione tramite contrattazione individuale fra datore di lavoro e lavoratore attraverso accordi di lavoro agili.
Senatore Sensi, come trovare il giusto equilibrio fra i diritti dei lavoratori e le esigenze delle aziende?
«Intanto, ascoltando i lavoratori. É sempre più presente una lamentela forte da parte di tanti dipendenti, in particolare i più giovani, che lamentano una invasività dei datori di lavoro nei confronti della loro vita personale digitale. Cioè il fatto che finito l’orario di lavoro si continuano a ricevere mail, whatsApp e qualsiasi altro tipo di sollecitazione senza nessun riguardo alle ferie, alle vacanze, ai festivi. Raccogliere questa istanza non vuol dire fare qualcosa che va contro l’impresa, ma al contrario vuol dire rendere il lavoro più utile, più proficuo evitando che uno sia bombardato di messaggi che non fanno parte di una corretta, leale e anche proficua relazione tra dipendente e datore di lavoro».
Che cosa prevede il suo disegno di legge?
Fonte: Il Sole 24 Ore