Disputa del gianduiotto: Lindt & Sprungli non si opporrà al riconoscimento Igp

Disputa del gianduiotto: Lindt & Sprungli non si opporrà al riconoscimento Igp

A ognuno il suo Gianduiotto. Lindt & Sprungli Italia e Regione Piemonte hanno trovato l’accordo sul marchio del contendere (attorno al quale ruota un giro d’affari da 200 milioni di euro). L’azienda svizzera, proprietaria del brand Caffarel, che dal 1865 produce l’ “autentico Gianduiotto di Torino” (registrato nel 1972 ed inserito nel registro speciale dei Marchi storici di interesse nazionale, curato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy), continuerà a utilizzare il marchio per il cioccolatino e per gli storici prodotti realizzati nello stabilimento di Luserna San Giovanni, parallelamente procederà senza veti l’iter per la riconoscimento di un altro marchio, Gianduiotto Igp, voluto dalla Regione e dal comitato promotore, per custodire l’autentica ricetta dei cioccolatieri piemontesi.

Ciò che distinguerà un marchio dall’altro è l’adesione (valida solo per l’Igp) a un ferreo disciplinare che esclude rigorosamente l’uso di latte in polvere, utilizzato invece da Caffarel.

Sembra aver trovato un epilogo soddisfacente per tutti la saga sul cioccolatino piemontese tra l’azienda svizzera “Maitres Chocolatiers” e la Regione Piemonte intenzionata – coadiuvata da un comitato promotore – a centrare l’obiettivo del riconoscimento Igp del prodotto al grido di (sono parole del governatore Alberto Cirio) «il riconoscimento Igp non vuole essere un marchio commerciale, ma uno strumento per garantire questa eccellenza dolciaria come patrimonio comune di tutto il Piemonte».

La questione è approdata anche sul tavolo del Commissario europeo per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski e del ministro Francesco Lollobrigida, al cui dicastero spetta l’ultima parola sull’iter di riconoscimento della denominazione, iniziato a marzo del 2022.Poi l’ennesimo incontro con la Regione ha aperto nuove possibilità.
«Siamo molto soddisfatti e convinti che nel corso delle nostre conversazioni sia emersa una concreta condivisione di intenti per consentire da un lato, il riconoscimento di una Indicazione Geografica Protetta e al tempo stesso permettere a Caffarel di tutelare il proprio marchio storico nazionale», ha detto il ceo di Lindt & Sprungli Italia, Benedict Riccabona.

In realtà, ha puntualizzato l’azienda svizzera, Caffarel non è mai stata coinvolta nella definizione della ricetta allegata alla proposta di Igp e non ha mai chiesto di cambiarla. L’azienda si è solo limitata a osservare che la ricetta proposta dal Comitato avrebbe escluso del tutto i prodotti Caffarel. Inoltre, la registrazione del nome “Gianduiotto di Torino Igp” avrebbe potenzialmente messo a rischio la possibilità per Caffarel di continuare ad utilizzare il proprio marchio “Gianduia 1865. L’autentico Gianduiotto di Torino”.Tutto chiarito, dunque. Ora manca solo il consenso positivo al riconoscimento Igp da parte del ministero e, se non ci saranno opposizioni entro trenta giorni, la pratica andrà a Bruxelles.

Fonte: Il Sole 24 Ore