Divieto di avvicinamento, carcere per il marito anche se è la moglie a seguirlo perché lo ama
Va in carcere il marito che non rispetta il divieto di avvicinamento alla moglie, anche se lei lo segue spontaneamente, o addirittura a sua insaputa, perché lo ama ancora. La corte di Cassazione ha così revocato gli arresti domiciliari, perché l’uomo aveva violato la misura di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune, imposta in base al codice antimafia, unita all’obbligo di tenersi distante dalla moglie almeno 200 metri, in qualunque luogo lei si trovasse. Una prescrizione ignorata da lui, come dalla donna. La signora “stante il perdurare del rapporto sentimentale tra i due”, scrivono i giudici, lo aveva addirittura accompagnato al palazzo di giustizia, dove lui era stato convocato per un interrogatorio di garanzia, relativo ad un’altra violazione. Ancora di sua volontà la moglie era salita con lui sul motorino.
Misura più blanda revocata
Quanto alla convocazione in Tribunale, la trasgressione di cui doveva rispondere riguardava una volta in cui era stato sorpreso quando si trovava, a sua insaputa, nei pressi della moglie, in un supermercato dove la donna lo aveva seguito di sua scelta, rifiutandosi di lasciarlo solo – aveva affermato la difesa – malgrado fosse consapevole della misura precauzionale imposta al compagno.
Iniziative che non giovano al marito, perché il Tribunale gli revoca i domiciliari, pur in assenza di contestazioni relative a gravi indizi di colpevolezza, ma perché ritiene inadeguata la misura cautelare più blanda proprio “in considerazione della condotta della moglie”. Del resto anche l’uomo aveva ammesso di non tenere in grande considerazione i divieti imposti.
Fonte: Il Sole 24 Ore