“Do Not Expect Too Much From the End of the World”, una grande riflessione sul mondo di oggi
In un weekend dove non mancano film commercialmente molto attesi, a partire da “Il gladiatore 2” di Ridley Scott, da un punto di vista artistico l’occhio dei riflettori non può che andare su “Do Not Expect Too Much From the End of the World” di Radu Jude, un vero e proprio gioiello semplicemente imperdibile per ogni cinefilo che si rispetti.
Cercatelo nelle sale in cui viene proiettato, non ve ne pentirete, anche perché il regista rumeno – già vincitore dell’Orso d’oro al Festival di Berlino nel 2021 con “Sesso sfortunato o follie porno” – è oggi uno dei nomi più significativi del cinema europeo contemporaneo.
Protagonista è Angela, una ragazza che attraversa Bucarest in auto per filmare il casting di un video commissionato da una multinazionale relativo al tema della sicurezza sul lavoro. Oberata di impegni e sottopagata, gira anche moltissimi video per i suoi profili social, utilizzando un filtro che la trasforma in un alter ego carico di rabbia e portatore di messaggi estremamente populisti.
Diviso in due parti (separate da un intermezzo di croci simboleggianti diverse vittime di incidenti automobilistici), “Do Not Expect Too Much From the End of the World” alterna nella sua prima sezione la storia di Angela, rappresentata da un bianco e nero sporco e di estremo realismo, con le immagini di un film realizzato nel 1982, dal titolo “Angela merge mai departe”, valorizzato da colori sgargianti e dalla pellicola in 35mm.
Attraverso una struttura simile a quella del suo lungometraggio precedente, Jude dà vita a uno spietato spaccato sulla società contemporanea, mettendo a confronto la Romania di oggi con quella ai tempi della dittatura di Ceaușescu.
Fonte: Il Sole 24 Ore