
Dopo Conte e Salvini, anche Schlein contro il Piano Ursula: il rischio di una frattura con il Pse
«Quella presentata oggi da von Der Leyen non è la strada che serve all’Europa. All’Unione europea serve la difesa comune, non il riarmo nazionale. Sono due cose molto diverse. Così rischia di diventare il mero riarmo nazionale di 27 paesi e noi non ci stiamo».
Schlein schiera il Pd contro il Piano Ursula: il rischio di una frattura con il Pse
Non soloMatteo Salvini nel campo della maggioranza di centrodestra e Giuseppe Conte nel campo sempre più largo, nel senso di distante e sfrangiato, delle opposizioni. Contro l’aumento della spesa per la Difesa si schiera ora anche il Pd di Elly Schlein, con il rischio di strappare con la famiglia del Socialisti europei che appoggia la Commissione Von der Leyen e spinge per l’autonomia militare dell’Unione europea dopo il voltafaccia del presidente degli Usa Donald Trump. Il piano di Ursula proprio non piace a Largo del Nazareno: 650 miliardi complessivi in deroga al patto di stabilità e 150 sotto forma di prestiti agevolati non sono un primo passo ma sono proprio il passo sbagliato. «Il piano punta sul riarmo e non emerge un indirizzo politico chiaro verso la difesa comune. Indica una serie di strumenti che agevolerebbero la spesa nazionale ma senza porre condizioni sui progetti comuni, sull’interoperabilità dei sistemi… Manca ancora la volontà politica dei governi di fare davvero una difesa comune e in questo piano della Commissione mancano gli investimenti europei finanziati dal debito comune, come durante la pandemia… Quello che serve oggi è un grande piano di investimenti comuni per l’autonomia strategica dell’Ue, che è insieme cooperazione industriale, coesione sociale, transizione ambientale e digitale, sicurezza energetica e anche difesa comune. Anche, ma non solo!».
L’appello di Guerini al “compromesso possibile”
Si vedrà nei prossimi giorni, in vista e dopo il Consiglio straordinario Ue del 6 marzo, se ci saranno margini per modificare il Piano. Ad un compromesso possibile sembra credere il presidente del Copasir Lorenzo Guerini, della minoranza rifomista, che proprio in mattinata aveva ribadito in un’intervista che «occorre più coraggio» e che «la Difesa europea è urgente». Ora, dopo la virata contro il “riarmo” di Schlein, la linea della minoranza interna sembra essere quella di non rompere, almeno non subito: «L’esigenza della crescita delle Difesa europea è ineludibile. Ma la proposta Von der Leyen sbaglia ad utilizzare i fondi di coesione e c’è poco coraggio a sostenere il vero salto in senso europeo delle spese per la Difesa».
I riformisti dem, spiazzati dalla svolta, per ora non rompono
Si prende tempo, insomma, ma se il Pd dovesse discostarsi nei prossimi giorni dai partner del Pse sarebbe un fatto del tutto inedito e dalle conseguenze interne imprevedibili. Basta sentire l’eurodeputata Pina Picierno, che proprio ieri ha lanciato un appello “per un’Europa libera e forte”: «Non è il momento di puntute discussioni con la presidente della Commissione. La sua bozza può essere migliorata, ma è chiaro che il primo step è aumentare il livello della spesa a livello di Stati membri». Qualcuno nota che tra i primi a firmare l’appello di Picierno ci sia Alberto Losacco, parlamentare considerato l’uomo di fiducia di Dario Franceschini, ossia del big dem che con il suo appoggio ha contribuito all’elezione di Schlein a segretaria del Pd. E qualcun altro nota ancora che proprio Franceschini ha ospitato nelle scorse ore l’ex premier ed ex commissario Ue Paolo Gentiloni nella “officina democratica” che ha messo su nel quartiere romano dell’Equilino. Un possibile mutamento degli equilibri interni in favore dell’europeista Gentiloni, da molti considerato il federatore ombra?
E tra Pd e M5s va in scena la guerra delle piazze
Come che sia, se il cambio di rotta di Schlein ha tra le motivazioni quella di abbreviare la distanze con il M5s anche in vista delle prossime amministrative (comunali a maggio e regionali in autunno), va notato che la reazione immediata di Conte è di segno opposto: non solo la manifestazione pentastellata del 5 aprile nata contro il carovita si è trasformata in una manifestazione contro il “riarmo” («Von der Leyen presenta un piano di riarmo da 800 miliardi che arricchierà le industrie belliche proprio mentre siamo finalmente alla vigilia della pace… scendiamo in piazza per dire no all’Europa del riarmo e dell’economia di guerra»), ma il leader del M5s prende ufficialmente le distanze anche dalla generica manifestazione di sabato prossimo di sostegno all’Europa lanciata da Michele Serra e alla quale ha subito aderito Schlein. «Non ci saremo. Per quale Europa? L’Europa della Von der Leyen? No all’Europa del riarmo, no all’Europa delle armi».
Fonte: Il Sole 24 Ore