Dopo l’attentatoTrump abbassa i toni per tentare di unire l’America divisa

La Convention repubblicana ha preso il via tra strette misure di sicurezza e un calendario politico sotto i riflettori, segnato indelebilmente dallo shock del tentativo di assassinio di Donald Trump. I delegati sono arrivati da ieri sera al Fiserv Forum di Milwaukee, di solito grande palestra delle performance sportive della squadra di basket dei Bucks. Questa volta la scena è occupata da un esercito di 2.400 rappresentanti repubblicani, che secondo gli organizzatori si allargherà a 50mila compresi ospiti e media. Nell’arco di quattro giorni, è in questa arena che Trump tiene a battesimo il suo vicepresidente. E che poi verrà nominato ufficialmente candidato del partito alla Casa Bianca per sfidare il democratico Joe Biden a novembre, un momento che culminerà nel discorso alla platea, e al Paese, nell’ultima serata di giovedì.

Ma la lunga ombra dell’attentato, qualunque rivelazione arrivi dalle indagini in corso sulle motivazioni, ha scosso la campagna e alzato la posta in gioco davanti ai candidati per dimostrare leadership. Gli umori, ai margini della grande arena coperta della città del Midwest, sono ostaggio dell’incertezza. Lynda, che tradendo il nervosismo preferisce dare solo il proprio nome, riflette sulle incognite: è appena giunta dalla Pennsylvania, teatro della sparatoria. Non è delegata ma, iscritta da anni al partitog, è qui per partecipare da osservatrice alla Convention. Spera, dice, che «Trump dia il meglio di se stesso», che per lei sarebbero toni calmi. Trump la convince per le promesse pro-business, la sicurezza dei confini davanti ai migranti e una politica estera «meno internazionalista». Ha però timori che le tensioni abbiano la meglio.

Un primo, inatteso sostegno a Trump è giunto ieri non dalla Convention ma sul fronte legale: un giudice federale della Florida, Aileen Cannon, ha annullato il caso contro l’ex presidente per la sottrazione di documenti top secret dalla Casa Bianca alla fine del suo mandato. Lo ha fatto sostenendo che la nomina del procuratore speciale Jack Smith sarebbe incostituzionale, perché non decisa dal presidente o approvata dal Senato. Un’interpretazione controversa, d’un magistrato nominato dallo stesso Trump, e contro la quale Smith farà appello, ma che oggi lascia le accuse nel limbo.

A migliaia di chilometri di distanza Milwaukee, a testimonianza della situazione volatile, attende l’arrivo in centro di più militanti repubblicani e conservatori del previsto, mobilitati a favore di Trump dopo l’attentato. Da esponenti del partito repubblicano in queste ore si sono alternati messaggi unitari e combattivi, con alcuni che accusano i democratici d’aver ispirato rischi di violenza demonizzando Trump. Allo stesso tempo sono in programma manifestazioni di protesta di coalizioni progressiste, anche se adesso tenute a maggior distanza dall’arena dei repubblicani. Le autorità federali hanno indicato di aver rafforzato la sicurezza sia per Trump che per l’intera Convention per «assicurare continua protezione». Se il Wisconsin è uno Stato combattuto, Milwaukee è oltretutto città multietnica e democratica.

Trump, da parte sua, ha preannunciato che sta riscrivendo ampiamente il suo discorso di accettazione della nomination, alla luce dell’attentato e del proprio ferimento. «Doveva essere tutto sulla corrotta, orribile amministrazione» di Biden, ha detto, adesso vorrebbe «provare a unire il nostro Paese». Aggiunge tuttavia di non sapere se sarà possibile, date le drammatiche divisioni. Lui stesso nel recente passato aveva apostrofato gli avversari come «parassiti» che distruggono la nazione. Il suo annuncio del candidato alla vicepresidenza potrebbe offrire spiragli sui toni della campagna.

Fonte: Il Sole 24 Ore