
Doppietta Red Bull a Spa: Leclerc retrocede al terzo posto con 98 punti da Verstappen
Verstappen, Perez, Sainz, l’ordine di arrivo di Spa 2022. Subito dietro, sul traguardo: Russell, Leclerc e Alonso. Niente di nuovo, insomma, dopo la pausa estiva. Anzi. Questa pista ha mostrato nuovamente valori in campo disarmanti, con una superiorità forse eccessiva a favore di un solo team. La Red Bull come monoposto va bene, senza dubbio un po’ meglio degli altri. Ma Verstappen sta dimostrando tutto il suo gigantesco valore. E così, agli altri non restano che le briciole, oltre che la fine dei sogni mondiali in rosso ormai quasi matematica.
Verstappen, rimonta da record
Con i punti persi prima della pausa di agosto, e la gara di oggi, Verstappen guida tranquillo. Ha così tanti punti di vantaggio che può avere la mente serena, può andare più veloce perché è meno teso dei colleghi. Può rischiare di più. E potrebbe permettersi anche uno o due gran premi a zero punti senza perdere troppo il sonno. Che dire: l’olandese – anzi, oggi è bene ricordare che possiede pure il passaporto belga, nazione dove peraltro è nato – è innanzitutto risalito in testa al gran premio nonostante fosse partito dal 14mo posto, dopo solo 12 giri: una rimonta da record per questo sport. Con queste premesse, un ottimo passo gara e strategie impeccabili, la sua gara è stata praticamente “in discesa”.
Non si può dire lo stesso per le rosse. Nonostante la penalità condivisa da Leclerc e Verstappen per il cambio motore, quindi entrambi retrocessi nelle retrovie sulla griglia di partenza, non è successo alcun miracolo. Certo, bisogna ammettere che in questo fine settimana Sainz ha alzato un po’ il tiro, ma Leclerc non ha saputo fare il suo gioco, perché non è riuscito a fare alcun passo avanti. Volendone trovare una con un po’ di impegno, si identifica una buona notizia, per quanto si è visto in pista, sul passo gara Ferrari: tolto il confronto con la Red Bull, almeno ha saputo girare sui 7.004 km del rinnovato circuito di Spa più velocemente della Mercedes. O meglio: quel tanto che basta per mettere un pilota sul podio.
Leclerc in difficoltà
Leclerc, in affanno dall’inizio per essere stato costretto a un primissimo pit stop imprevisto dopo un giro, si è ritrovato alla fine in una situazione tesa e paradossale: uno spiacevole inconveniente che purtroppo sarebbe ancora da additare al muretto di Maranello. In sostanza, mentre si avviava a concludere al quinto posto con un margine su Alonso superiore a 18 secondi, è stato chiamato per tentare di fare il giro veloce in gara: un prestigio per le statistiche e anche un prezioso punto in più per il mondiale. Tuttavia, superando il limite in pitlane, per una sola sgasata, piena di nervosismo, Charles ottiene una penalità di 5 secondi. E così, dopo aver sudato e faticato per segnare il giro veloce all’ultimo, non senza rischiare di non ripassare più Alonso, si è visto annullare il beneficio del punto in più a causa di una retrocessione di una posizione. E quindi, anche se gli onori di molti altri “cronometri viola” sono stati tolti a Max Verstappen, nessuno ha tolto al campione in carica la tranquillità che ormai ha saputo conquistarsi grazie al vantaggio confortevole: per lui, anche all’ultimo pit stop, tempo super veloce nel cambio di gomme medie e posizione di uscita esattamente uguale a quella dove era entrato. Da leader. Senza problemi di inseguitori, perché c’era Perez a guardargli le spalle.
E così, mentre Max Verstappen ha guadagnato 13 posizioni oggi, Charles Leclerc si deve accontentare di 10. Ma quel secondo in più pagato nelle qualifiche, in gara ha significato non poter mai arrivare a giocarsela per le posizioni che contano.
Fonte: Il Sole 24 Ore