Droni invisibili e missili: l’escalation di Hezbollah

Il suo arsenale sarebbe composto soprattutto dai droni Mirsad: la prima versione, dotata di un motore difficile da tracciare, ha un raggio d’azione stimato in 120 chilometri e una velocità di oltre 300 km orari. Può portare fino a 40 chilogrammi di esplosivo. La seconda versione è più grande e facilmente inquadrabile dalle difese.

Nonostante le smentite arrivate negli anni da Beirut, gli esperti concordano si tratti di versioni modificate dei droni iraniani Ababil-T e Mheger. Oltre ai Mirsad, secondo gli esperti israeliani e occidentali, l’unità 127 di Hezbollah incaricata del settore droni dispone dei Dr3 di origine russa, tanto imponenti – hanno una lunghezza di oltre 14 metri – quanto sostanzialmente inutilizzabili, e dei Karrar iraniani, altamente tracciabili.

Ci sono però anche i micidiali Shahed, fiore all’occhiello di Teheran: i droni kamikaze per eccellenza che mietono vittime in Ucraina sono a propulsione elettrica, hanno un raggio d’azione di centinaia di chilometri e un carico di morte di 50 chili di esplosivo.

E ancora i Qods Yasir, molto piccoli e veloci, con un raggio fino a 100 chilometri, o gli Ziyad 107, che avrebbero colpito la scorsa settimana una base militare uccidendo quattro soldati: lanciati in sciame riescono a confondere le difese avversarie. In Israele si valutano contromisure, dal M61 Vulcan, un cannone mitragliatore da oltre 6mila colpi al minuto al Magen Or, lo ’Scudo di luce’, un sistema laser di difesa ancora da mettere a punto. E almeno 8 aziende israeliane del settore avrebbero già presentato progetti per altri sistemi antidrone.

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Fonte: Il Sole 24 Ore