Due candidati presidenti deboli per la roulette delle elezioni
Dove va l’America? Per il politologo Roberto D’Alimonte le elezioni americane sono diventate una roulette. «Lo sono state nel 2016, lo sono state nel 2020 e lo saranno ancora molto probabilmente nel 2024». Michigan, Wisconsin e Pennsylvania saranno i tre Stati decisivi per una possibile vittoria di Biden. Gli altri tre Swing States, cioè Nevada, Arizona e Georgia, questa volta sembrano già persi. «Biden può farcela ancora se alla base degli Stati dove il partito democratico vincerà di sicuro riuscirà ad aggiungere Michigan, Wisconsin e Pennsylvania. In questo modo arriverebbe a 270 Grandi elettori». Maggioranza necessaria per conquistare la Casa Bianca su un totale di 538 Grandi elettori.
Il 5 novembre si sfideranno per la presidenza i candidati più vecchi della storia americana: 78 anni Trump, 81 anni Biden (ne compirà 82 pochi giorni dopo, il 20 novembre). «È una elezione – spiega D’Alimonte – tra due candidati deboli, per questo è una roulette. Due candidati straordinariamente impopolari. Oggi tutti i dati sono negativi per Biden perché ci sono tre fattori che pesano molto per gli americani. Primo: l’economia. Il prezzo delle uova e della benzina. Il valore della moneta e i tassi di interesse. Secondo: l’immigrazione, dove Biden è debolissimo. Terzo fattore: l’età».
Ma ci sono anche altri fattori che giocano a favore di Biden. «Il primo è Trump e la sua impopolarità. Se ci fosse qualsiasi altro candidato repubblicano al suo posto non farebbe fatica a vincere. Biden poi ha più soldi di Trump per la campagna». «Il sentiero è stretto – conclude D’Alimonte – ma forse dalla roulette delle elezioni Usa la pallina potrebbe cadere nella casella blu dei democratici».
Trump, dal suo lato, nonostante le marachelle sessuali e istituzionali «non è un accidente della storia ma rappresenta la risposta a un cambiamento profondo della società americana. Nel 2016 lo hanno scelto 62 milioni di americani. Nel 202o hanno votato per lui 74 milioni. Nel 2024 lo risceglieranno oltre 70 milioni di cittadini. Tutti quegli americani che hanno sfiducia nella classe dirigente e istituzioni. Elettori arrabbiati che cercano qualcosa di diverso e hanno trovato in Trump il candidato anti establishment».
Fonte: Il Sole 24 Ore