Duemila miliardi sui titoli di Stato. Perché le aste «sindacate» hanno successo?

Ha abbattuto il muro dei 200 miliardi di euro la domanda rivolta alla doppia emissione di BTp orchestrata dal Tesoro italiano martedì scorso, ma la rincorsa dei grandi investitori ai titoli di Stato emessi attraverso operazioni condotte mediante sindacato è un fenomeno diffuso in tutta l’Europa e soprattutto in crescita vertiginosa. Da inizio anno, stando ai calcoli effettuati da Il Sole 24 Ore, sfiora infatti addirittura i 2.000 miliardi l’ammontare delle offerte piazzate dagli istituzionali per aggiudicarsi gli oltre 200 miliardi di obbligazioni emesse dai governi dell’Eurozona con l’ausilio di un pool di banche e senza ricorrere alle aste convenzionali.

Il bilancio del 2024

A questa cifra, già di per sé importante si possono idealmente sommare altri mille miliardi che gli investitori erano pronti a sborsare per aggiudicarsi i 75 miliardi di Eurobond emessi con la stessa procedura nel corso del 2024 dalla Commissione europea per finanziare fra l’altro il programma Next Generation Eu e il sostegno all’Ucraina. Il tutto a testimoniare da una parte il crescente appetito verso gli strumenti del debito pubblico e dall’altra il successo di questa particolare modalità di sottoscrizione che sta diventando sempre più diffusa.

Nel corso dei quasi dieci mesi che si sono succeduti da gennaio il controvalore nominale di titoli di Stato assegnato al di fuori del consueto meccanismo di aste calendarizzate in anticipo è infatti aumentato di almeno il 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e, secondo i dati raccolti da Dealogic, si è portato nell’intera area euro a 280 miliardi. Dietro questo numero si nascondono in realtà anche collocamenti diretti al pubblico dei risparmiatori, come quelli dei due BTp Valore emessi la scorsa primavera, il grosso delle operazioni riguarda tuttavia proprio le emissioni sindacate.

Il meccanismo dei sindacati

Attraverso queste il Tesoro si mette praticamente «a caccia» di clienti interessati alla sottoscrizione dei propri titoli, affidandosi per la ricerca alle stesse banche che svolgono abitualmente il ruolo di specialisti nella gestione del debito pubblico. Qui sta in parte il segreto del successo e dei numeri mirabolanti visti un po’ ovunque negli ultimi mesi, che evidentemente non sono soltanto conseguenza della dinamica dei tassi (tornati a salire dopo almeno un decennio), del ciclo ribassista avviato dalla Bce o, nel caso più recente italiano, delle decisioni favorevoli delle agenzie di rating.

Gli specialisti, i cui compiti sono regolati per decreto, sono gli unici autorizzati a partecipare alle aste «tradizionali», ma agiscono anche come market maker sul mercato secondario «Vista la molteplicità delle funzioni che svolgono e degli impegni che si assumono, ma anche la loro affidabilità, è del tutto naturale che gli stessi specialisti siano coinvolti anche nelle operazioni di sindacato», osserva Ciro Pietroluongo, Direttore Generale di Mts, una delle principali piattaforme elettroniche per la trattazione all’ingrosso di titoli obbligazionari europei.

Fonte: Il Sole 24 Ore