Ecco i 20 Paesi Nato che Trump minaccia di non difendere: c’è anche l’Italia

Chi non li rispetta

Fanalini di coda sono invece Lussemburgo (0,72%), Belgio (1,13%) e Spagna (1,26%). Sotto il target del 2% e dunque nella «lista nera» di Trump ci sono anche: Turchia, Slovenia, Canada, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca, Germania, Danimarca, Norvegia, Olanda, Albania, Croazia, Bulgaria, Macedonia del Nord, Montenegro e Francia (quest’ultima per poco, è all’1,9%). La Finlandia, nuovo membro Nato, è appena sotto al 2% ma si è impegnata a portare la spesa al 2,3% del prodotto interno lordo e dunque potrebbe contare sullo «scudo» di un’America guidata da Trump.

Dove sta l’Italia

Secondo lo stesso rapporto Nato, il rapporto tra spese militari e Pil in Italia nel 2023 è pari all’1,46% del Pil. Nel 2022 era dell’1,51%, nel 2020 all’1,59 per cento. Il Documento programmatico pluriennale della Difesa per il triennio 2023-2025 prevede per il budget della Difesa 2023 una spesa di 29,7 miliardi di euro, in aumento rispetto al periodo precedente. Quanto all’obiettivo del 2%, il documento fa presente che l’obiettivo nazionale è di centrare la percentuale del 2% nel 2028, cioè tra 5 anni.

Il burden sharing

Il nodo del burden sharing, ovvero del rispetto degli impegni assunti in occasione del Summit NATO tra Capi di Stato e di Governo, svoltosi in Galles nel settembre 2014, è dunque ancora un tema molto caldo.

Il Burden sharing prevede lo sforzo di ciascuno Stato membro a tendere, entro il 2024, al raggiungimento di 3 obiettivi: 1. Il 2% delle spese per la difesa rispetto al Pil (“cash”); 2. Il 20% della quota del budget della Difesa da destinare agli investimenti; 3. Il contributo a missioni, operazioni ed altre attività.

Se sul primo punto l’Italia è lontana dal traguardo, è invece in linea sul secondo: la percentuale di spese per la difesa destinate ad investimento è stimata al 23% nel 2023, al 22% nel 2024 e 22,8% nel 2025.

Fonte: Il Sole 24 Ore