Ecco la mappa dei Comuni dove gli anziani rischiano di non ricevere le cure che servono
In Molise, Basilicata, Abruzzo, Sardegna ma anche in Toscana e Liguria: è qui che si trovano più Comuni dove gli anziani rischiano di non ricevere il livello di cure di cui hanno bisogno. Complessivamente in tutta Italia sono ben 544 quelli con «l’indice di criticità potenziale» più alto relativo all’assistenza sanitaria agli over 80, spesso si tratta di Comuni in zone isolate o montagnose con disagi su trasporti e servizi. All’opposto in Valle d’Aosta, Veneto, Trentino-Alto Adige, Puglia, Lombardia e Lazio ci sono i Comuni con l’«indice di criticità potenziale» più basso.
Il progetto sull’invecchiamento finanziato dal Pnrr
A disegnare per la prima volta questa mappa a livello comunale così dettagliata nel Paese che ha il record di anziani e dove – come certifica l’Istat – il 20% degli over 70 mostra gravi limitazioni nel compiere le attività quotidiane è il lavoro realizzato da «Age-It», il programma di ricerca sull’invecchiamento guidato dall’Università di Firenze e dalla sua rettrice Alessandra Petrucci e finanziato dal Pnrr che vede in pista 800 ricercatori, una rete di oltre 20 atenei, centri di ricerca, aziende e istituzioni. Ma come nasce questo indice di criticità che sarà presentato in un evento al ministero della Salute dove sarà proposta anche l’istituzione di un «Istituto per il futuro della popolazione»?
Come è stata costruita la mappa
I ricercatori hanno incrociato i dati relativi alla popolazione anziana residente, quelli relativi alla classificazione di “area interna” (viene misurata la distanza in auto superiore ai 20 minuti da un ospedale e dagli altri servizi) e quelli sulla possibilità di avere a disposizione caregiver familiari (attraverso il rapporto percentuale tra la popolazione over 80 e i parenti di età compresa tra i 50 e i 64 anni) incrociandoli anche con tassi di bassa fecondità ed emigrazione. Da questa mappa emerge come ci siano anche aree ad alta percentuale di over 80 (a esempio in alcune zone della Liguria) dove l’indice è basso e aree dove, pure essendoci meno anziani, questo indice segnala criticità potenziali (ad esempio in Basilicata).
Dove si concentrano i Comuni più a rischio e quelli meno
Come detto le regioni che comprendono più comuni segnati da un’alta criticità potenziale sono: Molise (24,3%), Basilicata (21,4%), Abruzzo (18,7%), Sardegna (13,8%), Toscana (13,6%) e Liguria (10,7%), tutte ben al di sopra del valore nazionale (6,9%). All’opposto, Valle d’Aosta (0%), Veneto (0,5%), Trentino (0,7%), Puglia (2,3%), Lombardia (2,6%) e Lazio (3,7%) presentano le percentuali più basse. Queste ultime regioni sono anche quelle con le percentuali più alte di comuni classificati come privi di criticità potenziali, sempre superiori al 50%, con l’unica eccezione del Lazio (43,1%). In tutto i Comuni con la criticità «alta» sono 544 e 1252 a criticità «media», quelli con criticità più alte si trovano comunque in tutto il Paese: da Nord (a esempio Zerba in Emilia o Fascia e Gorreto in Liguria) al Centro-Sud (Rosello e Colledimacine in Abruzzo, Pescopennataro in Molise o San Paolo Albanese in Basilicata). Allo stesso tempo i comuni relativamente più solidi in termini di potenziale assistenza agli anziani sono sia al Nord (a esempio Rognano, Merlino o Roncaro in Lombardia) che al Sud (Orta di Atella, Melito di Napoli o Gricignano di Aversa in Campania).
A cosa può servire l’indice di criticità potenziale
Questo nuovo indice messo a punto dal progetto di ricerca «Age-It» sarà utile soprattutto per i decisori politici e in particolare per chi programma l’assistenza sanitaria a livello locale in modo da decidere possibili interventi su misura: «I comuni con il più alto livello di criticità potenziale non sono necessariamente destinati a convivere con queste vulnerabilità», avverte Cecilia Tomassini, docente ordinario di Demografia all’università del Molise che ha lavorato al progetto di ricerca di questo nuovo indice insieme a Federico Benassi della Federico II di Napoli e Carlo Lallo dell’università del Molise. «L’essere “area interna” significa scarsa presenza di infrastrutture come trasporti, scuole e soprattutto ospedali: questa carenza può essere aiutata creando servizi locali di prima assistenza. Il progetto delle Case di Comunità finanziate dai fondi del Pnrr -conclude Tomassini – potrebbe essere una buona opportunità per aiutare gli anziani che hanno bisogno di cure. Anche il co-housing in strutture semiresidenziali con accordi fra Comuni limitrofi potrebbe essere una soluzione».
Fonte: Il Sole 24 Ore