Ecosistema urbano, la pagella delle città più verdi premia Reggio Emilia

La classifica 2024 di Ecosistema urbano, che fotografa le performance green di 106 capoluoghi in cinque macro categorie (aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente), incorona Reggio Emilia, seguita da Trento, vincitrice l’anno scorso, e Parma. Non cambia il gap “geografico”, con le prime 12 località tutte del Nord e una netta prevalenza delle meridionali nella parte bassa della classifica. Le due più grandi città del Sud, Napoli e Palermo, sono rispettivamente quartultima e quintultima mentre la maglia nera va a Catania. Ancora una volta l’eccezione virtuosa è Cosenza, quest’anno 13ª.

Le novità di questa edizione

La 31ª edizione del rapporto annuale a cura di Legambiente e Ambiente Italia, in collaborazione con Il Sole 24 Ore, annuncia una revisione metodologica, con l’introduzione di un nuovo indicatore, quello della variazione nel consumo del suolo, e una serie di cambiamenti, dalla variazione dei pesi di alcuni parametri all’utilizzo dei dati delle centraline Arpa per valutare la qualità dell’aria. Il restyling dovrebbe arrivare a compimento nei prossimi anni: allo studio un nuovo parametro, tra quelli da includere nel monitoraggio, sull’impatto degli eventi climatici estremi, la cui attualità colpisce in queste ore diversi territori, anche ben piazzati nella graduatoria delle città green. Le novità introdotte non consentono di fare un confronto puntuale rispetto all’anno scorso: per esempio, il calo della media dei punteggi ottenuti dalle città considerate- media scesa dal 56,4 al 55,8 nel confronto con il 100% di un centro urbano ideale – potrebbe dipendere anche dai nuovi criteri.

Le performance nei 20 indicatori

In quest’edizione solo la primatista Reggio Emilia supera quota 80, anche grazie all’ottenimento di quattro dei cinque bonus che vanno oltre le singole classifiche e premiano l’efficienza raggiunta in alcune aree specifiche. Le città che hanno ottenuto almeno uno di questi bonus sono in tutto 45 (28 al Settentrione, quattro al Centro e 13 nel comparto Sud e Isole), con la grande esclusa Trento che, pur in assenza di bonus, rimane sul podio.Andando a scavare nei 20 parametri, la migliore qualità dell’aria spetta al Mezzogiorno, con la sola L’Aquila (prima, tra l’altro, per minore incidenza di PM10) a poter vantare in materia una situazione “ottima”. Sulla base dei dati è giudicata “buona” l’aria di Ragusa e in altre 30 città il livello è “sufficiente”. Dunque, oltre due terzi dei capoluoghi hanno una votazione “insufficiente” o addirittura “scarsa”. Per quanto riguarda la dispersione della rete idrica, da quest’anno considerata il peso massimo degli indicatori insieme con la raccolta differenziata, a livello nazionale si verifica un piccolo miglioramento (dal 36,6 al 36,3 per cento). Mentre, dopo gli anni del Covid, il servizio di trasporto pubblico conferma il trend positivo, trascinato sempre da Milano.

Mobilità e raccolta differenziata in miglioramento

Nell’ambito della mobilità – dove le città dell’Emilia-Romagna si mettono in particolare evidenza – c’è qualche miglioramento negli standard delle piste ciclabili (11,02 metri equivalenti ogni 100 abitanti, rispetto ai 10,69 dell’anno precedente) e nell’estensione media delle isole pedonali (da 48 a 50,7 metri quadrati ogni 100 abitanti). Anche gli incidenti stradali con conseguenze alle persone hanno avuto un peso leggermente minore. Positivi l’ulteriore aumento della raccolta differenziata (salita dal 62,7 al 64,2 per cento, sempre con Ferrara al comando) e la lieve sforbiciata ai rifiuti annui prodotti (da 516 a 513 chilogrammi per abitante). Cresce in maniera contenuta l’incidenza del solare e del fotovoltaico installati su edifici di proprietà comunale. Note negative dalla variazione dell’uso di suolo (più 7,9 mq per abitante nel 2022 rispetto al 2017) e dall’ulteriore aumento del tasso medio di auto circolanti (da 66,6 a 67,7 ogni 100 abitanti), che ci colloca in basso nelle graduatorie europee.

Reggio e Parma nella top 3: le ricette degli amministratori

Proprio questo parametro mette in luce un’anomalia: Reggio Emilia è insieme prima per sviluppo delle infrastrutture dedicate alla ciclabilità e ultima per l’alta quota di auto circolanti (88 su 100 abitanti). «Evidentemente – osserva il sindaco Marco Massari, in carica da giugno – bisogna anche intervenire sul piano culturale per arrivare a un uso estensivo delle piste ciclabili. Nello stesso tempo si lavorerà di più sul trasporto pubblico: prevediamo di istituire un mobility manager, oltre a un energy manager. E nel corso di tutto il mandato la guida per le politiche ambientali sarà il progetto Reacts, Reggio Emilia per l’aria il clima, la terra e la salute». La vicina Parma condivide il podio con Reggio e si distingue – tra l’altro – per la quota di passeggeri del trasporto pubblico locale. «Siamo stati inseriti dalla Ue nelle 100 città con l’obiettivo delle “zero emissioni” entro il 2030 – dice il sindaco Michele Guerra -. Abbiamo predisposto il contratto climatico di città, che prevede una serie di azioni e coinvolge, oltre a realtà pubbliche, 46 partner privati, la cui presa di responsabilità è indispensabile».

Fonte: Il Sole 24 Ore