Effetto superbonus sui redditi dei professionisti tecnici ma è già iniziata la discesa

Effetto superbonus sui redditi dei professionisti tecnici ma è già iniziata la discesa

Per i redditi dei professionisti tecnici (architetti, ingegneri, periti industriali e geometri) il 2023 è stato un altro anno di crescita a doppia cifra. Anche se i record dello scorso anno restano imbattuti. Ed è più vicina all’esaurimento la spinta dei bonus edilizi.

Sono queste le tendenze che si ricavano dai bilanci degli enti di previdenza 2023 di queste categorie che cristallizzano i redditi Irpef e i volumi d’affari dichiarati l’anno scorso ma maturati nel 2022.

Gli incrementi dei compensi dichiarati sono per tutte le principali categorie interessate intorno al 20% sul 2021. Se poi si prendono i valori cumulati nel biennio d’oro 2021-2022, tutti possono vantare delle vere e proprie impennate, di fatto mai registrate nel passato: basti citare l’esempio del geometra che, appena pochi anni fa, nel 2020 incassava poco più di 22mila euro e ora nel 2022 è arrivato oltre i 37mila euro di media.

Ruolo traino dei bonus edilizi

Le valutazioni delle Casse sono concordi: a trainare questi aumenti record che hanno cancellato la crisi dell’immobiliare del 2008 sono stati i bonus edilizi, in particolare il superbonus. Con il risultato che i compensi di ingegneri e architetti sono arrivati oltre i 43mila euro (rispetto al 2020 vuol dire +60% per gli ingegneri e +70% per gli architetti). Il lavoro per i professionisti si è concentrato soprattutto nelle fasi iniziali di progettazione con un superbonus che ha acceso i motori (e i progetti) nel 2021. Ed infatti, ad esempio, è proprio in quell’anno che i periti industriali hanno fatto il boom: + 44% di guadagni sull’anno orribile del Covid, il 2020. Oggi tutti questi professionisti restano a livelli ancora alti, ma in fase calante. E il peggio deve ancora arrivare: si teme sia per il brusco stop al 110%, nella sua formula più generosa, sia per il freno che è già scattato con il divieto di cedere i crediti lasciando in vita solo le detrazioni.

Cosa potrebbe sostituire questa spinta? Il presidente di Inarcassa, Giuseppe Santoro, è ottimista: «Mi aspetto una discesa significativa dei redditi non prima del 2026 sia perché l’edilizia è comunque ripartita e prevediamo ancora una quota significativa di lavori di ristrutturazione, seppur con bonus minori, sia perché si deve ancora manifestare appieno la spinta propulsiva del Pnrr e di molti grandi lavori pubblici». «Solo il Ponte sullo stretto – cita ad esempio – se si farà potrebbe creare lavoro per migliaia di tecnici, indotto compreso». Situazione più articolata per i periti industriali perché racchiudono all’interno diverse specializzazioni; dagli impiantisti ai termotecnici, ai periti meccanici ad esempio. «Ad oggi, prevediamo una discesa dei redditi dal 2025 per i professionisti più vicini all’edilizia, ma crediamo sarà compensata nel complesso da altri settori», spiega il presidente di Eppi, Paolo Bernasconi. E cita ad esempio le certificazioni legate a Industria 5.0 e le Comunità energetiche rinnovabili. «Ma – aggiunge – serviranno altri incentivi per le ristrutturazioni edilizie, minori ma strutturali».

Fonte: Il Sole 24 Ore