Elezioni presidenziali in Romania, l’estrema destra cerca la vittoria
Il voto per il presidente, peraltro, si intreccia con le imminenti elezioni parlamentari del 1° dicembre, che potrebbero ridefinire il panorama politico del Paese. Il ballottaggio presidenziale, previsto per una settimana dopo, completerà il ciclo elettorale.
La sfida internazionale e l’ombra dell’estrema destra
La Romania, membro della Nato e dell’Unione europea dal 2007, ha mantenuto una posizione stabile, soprattutto rispetto a vicini come Ungheria e Slovacchia. Tuttavia, la crescita di partiti come l’Aur riflette un’ondata nazionalista che potrebbe influenzare il futuro del Paese. L’Alleanza per l’Unità dei Romeni è entrata per la prima volta in parlamento nel 2020, passando dall’essere un partito relativamente poco noto a ottenere il 9% dei voti, rispecchiando l’ascesa dei partiti di estrema destra in tutta Europa. Simion, dal canto suo, ha promesso cambiamenti radicali, tra cui una riduzione della dipendenza da Bruxelles e un maggiore focus sulle questioni nazionali. Il suo partito è noto per posizioni controverse, come l’opposizione all’insegnamento dell’Olocausto nelle scuole e la retorica no-vax durante la pandemia. Gli analisti prevedono che la frustrazione per l’inflazione e la povertà potrebbe aumentare l’attrattiva di Simion.
La posta in gioco per l’Europa
L’esito di queste elezioni toccherà da vicino il futuro equilibrio politico dell’Europa orientale. Una vittoria di Simion, per esempio, consoliderebbe l’asse dell’estrema destra europea, rafforzando alleanze con leader come Viktor Orbán in Ungheria e Jarosław Kaczyński in Polonia. Al contrario, una conferma della linea moderata rappresentata da Ciolacu o da candidati come Geoană potrebbe mantenere la Romania all’interno del blocco filo-europeo, continuando a favorire una linea di cooperazione con Bruxelles.
Un voto oltre i confini
Con oltre 950 seggi allestiti all’estero, la Romania ha raggiunto il record mondiale di strutture elettorali fuori dai confini nazionali. Segno dell’importanza della diaspora romena, soprattutto in Paesi come l’Italia, dove la comunità è tra le più numerose. Ciolacu ha dichiarato all’agenzia di stampa Associated Press che, in qualità di presidente, la sua priorità sarà “convincere i rumeni a restare o a tornare a casa” per contribuire alla ricostruzione del Paese.
Le urne sono state aperte alle 7:00 ora locale e si chiuderanno alle 21:00. I rumeni all’estero hanno iniziato a votare venerdì 22 novembre. Secondo l’Autorità Elettorale Permanente, il 24,49% degli elettori aveva già votato entro le ore 13, con un totale di 5.346.091 votanti sui 18.008.480 iscritti nelle liste elettorali.
Fonte: Il Sole 24 Ore