Elezioni Sardegna, Todde: «I dati mancanti ci lasciano tranquilli»

Elezioni Sardegna, Todde: «I dati mancanti ci lasciano tranquilli»

Il dato non è ancora ufficiale, ma il divario che incorona Alessandra Todde governatore della Sardegna resta. A sottolinearlo è la stessa presidente eletta intervenendo a In mezz’ora su Rai3 in cui fa chiarezza sulle voci di rimonta ed eventuali ricorsi contro una sua elezione.

In attesa dei dati ufficiali

«I dati delle 22 sezioni mancanti che ci arrivano dai nostri rappresentanti di lista ci lasciano stare tranquilli – dice -. Poi aspetteremo quello che comunicherà il tribunale della Corte di Appello di Cagliari». La presidente in pectore, riferendosi alle polemiche e alle voci circolate sulla rimonta del centrodestra aggiunge: «Voglio dire serenamente che per riuscire ad andare contro l’evidenza del tribunale occorre fare ricorso e deve essere motivato. Un riconteggio totale non è proprio previsto dalla legge, si può fare per singole sezioni e deve essere motivato. Io sono molto serena e tranquilla».

Un margine di 1.600 voti

Quanto al margine, che inizialmente sfiorava i 3.000 voti, dovrebbe oscillare tra i 1.450 e i 1600 voti di differenza. «Ben lontani dai 200 voti di cui – aggiunge – ho sentito vagheggiare qualche giorno fa». Per chiudere il cerchio sul dato elettorale mancano ancora i dati relativi alle sezioni elettorali che si stanno scrutinando, le cui operazioni non erano state completate lunedì scorso. 22 su 1844 e che, a detta dello staff della presidente non potrebbero cambiare il risultato.

L’aspetto tecnico giuridico

A chiarire l’aspetto tecnico giuridico di questa situazione c’è poi il parere degli avvocati Giuseppe e Giulia Andreozzi di Cagliari. «In questi giorni si rincorrono le voci su un possibile ribaltone del risultato elettorale a seguito di riconteggio dei voti in corso nei Tribunali e nella Corte d’Appello – scrivono in un documento -. Non è quello che sta accadendo. I tribunali entro 24 ore scrutinano le sezioni che non erano riuscite a concludere le operazioni in tempo utile (si tratta di 22 sezioni), successivamente controllano le schede contestate (si tratta di poche decine di schede in ogni collegio), per poi procedere alla verifica dei verbali delle sezioni, in caso di errori nel riportare i dati da un verbale all’altro o nell’incolonnare le cifre. Non vengono invece controllate le schede nulle. La Corte d’Appello procede poi alla proclamazione degli eletti».

Il ricorso, quando si può fare

Poi il chiarimento per quanto riguarda l’eventuale ricorso e riconteggio delle schede. «Chi voglia poi contestare l’esito delle elezioni deve necessariamente rivolgersi al giudice amministrativo, il Tar, entro 60 giorni dalla proclamazione, i cui margini sono però molto stretti». E per fare chiarezza i due legali spiegano che «in Italia non esiste un diritto generalizzato al riconteggio dei voti di un’elezione amministrativa. La giurisprudenza amministrativa è infatti assolutamente costante nel senso che chi ha interesse al ricorso, anche un semplice elettore, deve proporre ricorso al Tribunale amministrativo nel quale avrà l’onere di indicare la natura dei vizi denunziati, il numero delle schede che intende contestare e le sezioni cui si riferiscono le specifiche censure mosse».

Fonte: Il Sole 24 Ore