Emergency, via alla campagna Ripudia: striscioni e flash mob nelle piazza italiane

Emergency, via alla campagna Ripudia: striscioni e flash mob nelle piazza italiane

L’Italia ripudia la guerra. L’appello di Emergency, l’ong fondata da Gino Strada, che ha dato il via alla campagna “Ripudia”, arriva in un mondo dove sono aperti 56 confilitti. In oltre 60 città italiane si sono riuniti i volontari dell’associazione per riaffermare l’importanza e l’adesione all’articolo 11 della Costituzione italiana che recita: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».

Striscioni da Milano a Catania

Flash mob e striscioni in luoghi simbolici da Milano a Catania, da Reggio Emilia a Sassari. In piazza per ricordare che il “No alla guerra” è scritto nella Costituzione. Gli striscioni con scritto “R1PUD1A” sono stati srotolati al Colosseo, al Ponte di Rialto di Venezia, a Milano in Piazza del Duomo, a Torino sotto la Mole Antonelliana. Ed è stato esposto anche a Roma, a Piazza San Pietro, durante l’Angelus del Papa che ha salutato i volontari del gruppo romano di Emergency chiedendo «che questo principio possa attuarsi in tutto il mondo. La guerra sia bandita e si affrontino le questioni col diritto e i negoziati, tacciano le armi, si dia spazio al dialogo».

Flash mob dal Pantheon alla Torre di Pisa

Flash mob dei volontari di Emergency al Pantheon di Roma, sotto la Torre di Pisa, a Trieste al Molo Audace, in piazza dell’Unità d’Italia e piazza della Borsa e a Ferrara in piazza Trento e Trieste, fino a Volterra sotto il monumento ai Caduti di tutte le guerre. E ancora da Genova a Messina, passando per Pistoia e dal Lucca Comics e in tantissime altre città sono state numerose le sfilate silenziose con i partecipanti che hanno composto, con magliette e cartelli, la scritta con lo slogan della campagna.

In Italia c’è una legge bellissima, la Costituzione

«In Italia c’è una legge bellissima: la Costituzione. Che nell’articolo 11 dice una cosa bellissima: l’Italia non vuole più fare la guerra. La ripudia. Dopo i conflitti mondiali, le atomiche e milioni di morti, l’Italia è rinata dall’idea che nessuna guerra potrà mai essere la soluzione – dichiara l’associazione –. Il nostro Paese si è impegnato a risolvere i conflitti con altri mezzi: con la diplomazia, la politica e la pace. Eppure non stiamo più assistendo a significative azioni di pace. Il linguaggio della guerra dilaga come fosse una verità inoppugnabile: l’opinione pubblica è chiamata alla guerra attraverso le parole dei politici e dei media. In Italia e in Europa i governi si riarmano e dicono che la pace è un lusso. Ma il lusso è proprio l’industria bellica. Secondo Milex, l’Osservatorio sulle spese militari in Italia, solo nel 2025 il nostro Paese ha già preventivato di destinare 32 miliardi di euro alle spese militari, record storico con un aumento del 12,4% rispetto al 2024 e del 60% sul decennio. Di questi 32 miliardi ne riserverà 13 per i nuovi armamenti, con un balzo del 77% nell’ultimo quinquennio».

Emergency ha curato 13 milioni di pazienti

Emergency è intervenuta in 21 Paesi curando, in tutte le sue strutture, oltre 13 milioni di pazienti nel mondo. L’organizzazione è attualmente presente in otto Paesi del mondo, tre dei quali con un conflitto in corso: il Sudan, l’Ucraina e la Striscia di Gaza in Palestina. Proprio grazie alla sua esperienza sul campo afferma, ancora una volta, che il 90% dei morti e dei feriti sono civili e che la spesa di un F-35 vale quanto 3.244 posti letto di terapia intensiva.

Fonte: Il Sole 24 Ore