Emissioni CO2, Italia e altri sei Paesi Ue: «Revisione delle norme auto nel 2025»

Emissioni CO2, Italia e altri sei Paesi Ue: «Revisione delle norme auto nel 2025»

Si allarga il fronte dei Paesi Ue che chiede di anticipare di un anno, al 2025, la revisione delle norme europee sulle emissioni di CO2 delle auto, che prevedono lo stop dei motori a benzina e a diesel nel 2035. L’Italia e la Repubblica ceca hanno inserito la richiesta in un non-paper a cui hanno aderito Austria, Bulgaria, Romania, Slovacchia e Polonia. Il documento sarà presentato giovedì 28 novembre al Consiglio Ue Competitività a Bruxelles, alla presenza del ministro delle Imprese e del Made in ItalyAdolfo Urso. Tra le altre istanze, i sette Paesi chiedono una strategia industriale a lungo termine per l’automotive e un piano di investimenti pluriennale.

Rischio multe per le case automobilistiche

Gli attuali obiettivi previsti per il 2025 “rischiano di imporre multe” alle case automobilistiche “che non sono in grado di soddisfare questi requisiti rigorosi a causa del rallentamento della diffusione dei veicoli elettrici”, denunciano i sette firmatari, esortando la Commissione europea a presentare “al più presto una relazione sullo stato di avanzamento e una valutazione completa” sulle norme, seguita dalla proposta di anticipare il tagliando al 2025, rispetto alla data prevista del 2026. I Paesi chiedono inoltre di anticipare anche la revisione degli standard di emissione dei veicoli pesanti, attualmente fissata al 2027.

Adottare il “principio di neutralità tecnologica”

Per raggiungere gli obiettivi di emissione zero, l’Italia – guidata dal ministro Urso, che nei giorni scorsi durante le sue missioni in Europa ha cercato la sponda degli omologhi – e i sei alleati chiedono l’adozione del “principio di neutralità tecnologica” per aprire la strada a una “gamma più ampia” di tecnologie oltre ai soli veicoli elettrici e all’idrogeno, compresi i motori a combustione interna alimentati in modo sostenibile che dovrebbero essere presi in considerazione attraverso il corretto utilizzo di propulsori alternativi. Nessun riferimento diretto ai biocarburanti – tema caro a Roma -, ma nel documento si suggerisce di dar vita a un approccio di calcolo delle emissioni “alternativo”, aprendo la strada quindi “ad altre tecnologie per contribuire al raggiungimento degli obiettivi”. Oltre a dar vita a piano pluriennale di investimenti e a un regime di aiuti di stato dedicato, Roma, Praga e le altre cinque capitali chiedono infine l’istituzione di un forum di partenariato tra il settore automobilistico, la Commissione europea e gli Stati membri per discutere la strategia industriale del continente.

Fonte: Il Sole 24 Ore