Energia, accelerano le valutazioni ambientali per le rinnovabili ma è rischio paralisi
Pniec il suo apice. Nocco si sarebbe dimesso (nei mesi scorsi si era dimesso anche il capo di gabinetto, Antonio Scino) per gli ostacoli trovati nel cercare di semplificare le procedure e per la carenza delle figure professionali adeguate, anche se non è detto che il ministro per l’Ambiente non riesca a far rientrare il caso e a ottenere il ritiro delle dimissioni.
Non sono solo i progetti delle rinnovabili a rischiare
Fatto sta che, con questa crisi, non sono solo i progetti delle rinnovabili a rischiare: la commissione quest’anno, infatti, ha rilasciato 304 pareri tra i quali c’è la tratta ferroviaria Romagnano – Buonabitacolo della nuova linea Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria, il porto di Fiumicino incluso tra i progetti del Giubileo, il risanamento ambientale dell’area di Bagnoli. Tra i progetti sui quali è stato espresso il parere 120 sono per impianti agrivoltaici, 70 per quelli fotovoltaici, poi impianti eolici, due impianti off shore e poi 10 opere ferroviarie, 5 stradali e 4 per i porti.
Il lavoro della commissione resta titanico: su 2.500 richieste presentate dalla sua entrata in funzione nel 2022 (con un ritmo di 700 l’anno) ne restano 1.600 da evadere. È costantemente sotto organico, anche perché alcuni commissari si dimettono perché devono anticipare le spese, ad esempio per i sopralluoghi, e vengono pagati con grande ritardo: quest’anno l’acconto che doveva arrivare ad aprile è arrivato a dicembre. Non solo: la commissione dovrebbe funzionare in autofinanziamento – tra il 2023 e il 2024 sono circa 100 milioni versati dalle imprese -, ma sta emergendo una linea interpretativa di alcuni uffici secondo i quali quei fondi devono essere considerati una tassa; in tal caso lo Stato si terrebbe i proventi e buona parte dei commissari (anche dell’altra commissione, quella per il Via/Vas) lavorerebbe gratis.
Ci sono anche notizie positive: il ministero sta lavorando per portare i componenti dagli attuali 56 ai 70 necessari. Dieci nuovi commissari sono in arrivo, tra il quali anche Giuseppe Lopresti, uno dei predecessori di Nocco alla direzione per la valutazione ambientale.
Il numero eccessivo di richieste rispetto all’organico e alla tecnologia disponibile (un sistema di filtri per accedere alla Via, come la necessità di avere la disponibilità giuridica di un suolo e dover dimostrare di avere i finanziamenti per realizzare i progetti, è stato inserito nel decreto Ambiente ma varrà per le richieste future) a fronte di una normativa che stabilisce che il parere Via debba essere dato entro 130 giorni ha dato il via a una pioggia di ricorsi al Tar da parte dei privati per riavere indietro i fondi versati per il parere. Sinora 227 giudizi che hanno determinato 38 sentenze di condanna. In realtà, quando la commissione avvia l’esame di un progetto lo conclude nei tempi previsti: il problema è riuscire a iniziare.
Fonte: Il Sole 24 Ore