Energia: dalle rinnovabili al gas, ecco tutte le pagelle dell’Italia

Consumi di energia delle famiglie in calo in un contesto che resta complesso. Minore dipendenza dagli approvvigionamenti esteri. E ancora, sprint sulle rinnovabili che sono una componente sempre più importante del mix energetico italiano. Sono questi alcuni dei dati emersi dalla fotografia scattata dalla Relazione Annuale sulla Situazione energetica nazionale 2024, che è stata realizzata dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica guidato da Gilberto Pichetto Fratin e i cui risultati sono stati illustrati in questi giorni a Roma, nella sede del Gestore dei Servizi Energetici (Gse), alla presenza del titolare del Mase e dell’ad della società Vinicio Mosè Vigilante.

Il gruppo di lavoro del rapporto

Ma qual è lo stato dell’arte? Il rapporto, che è stato redatto da un gruppo di lavoro composto da rappresentanti del Mase, del ministero delle Imprese e del Made in Italy, della Banca d’Italia, dell’Enea, del Gse, dell’Istat, dell’Inapp, dell’Eni, di Snam e di Terna, ricostruisce segmento per segmento la situazione italiana, a partire dalla domanda primaria di energia che è diminuita del 4,4% attestandosi a 143.961 migliaia di tonnellate equivalenti di petrolio (ktep), a fronte di un fabbisogno dell’anno precedente pari a 150.531 ktep. Questa disponibilità energetica lorda nel corso del 2023 è stata costituita per il 35,0% dal gas naturale, per il 37,9% da petrolio e prodotti petroliferi, per il 19,9% da rinnovabili, per il 3,3% da combustibili solidi, per il 3,1% da energia elettrica, per lo 0,8% da rifiuti.

Le importazioni

La quota di importazioni nette rispetto alla disponibilità energetica lorda è diminuita dal 79,2% del 2022 al 74,6% del 2023, migliorando la dipendenza del nostro Paese da fonti di approvvigionamento estere. In particolare, si è registrato un forte calo nelle importazioni nette di combustibili solidi (-2.911 ktep, -38%), delle energie rinnovabili e bioliquidi (-621 ktep, -22%) e del gas naturale (-8.823 ktep, -15%), mentre si registra una diminuzione più lieve nel caso dell’import netto di petrolio e prodotti petroliferi (-1.926 ktep, -2,5%), compensate da una crescita considerevole dell’import netto di Energia elettrica (+711 ktep, +15%).

La produzione nazionale

Con riferimento alla produzione nazionale si è registrata un aumento di 1.461 ktep, pari al 4,2% della produzione dell’anno precedente, attribuibile soprattutto all’aumento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili (+838 ktep, +3,2%), causata dalla crescita dell’idroelettrico per fenomeni climatici favorevoli, e ad un incremento degli additivi tra i prodotti petroliferi (quest’ultimo da confermare).

I consumi finali di energia

Il consumo finale energetico è diminuito complessivamente del 2,8% rispetto all’anno precedente attestandosi a 107.666 migliaia di tonnellate equivalenti di petrolio (ktep), rispetto alle 110.778 del 2022. Tale diminuzione si è manifestata, in particolare, nel settore dell’industria (-6,4%) e nel residenziale (-8,1%) a fronte di un aumento significativo, registrato nei servizi (+5,2%), e uno più contenuto (+0,8%) nei trasporti. I consumi finali sono stati realizzati per il 32,7% nei trasporti, per il 24,4% nel residenziale, per il 20,4% nell’industria, per il 15,0% nei servizi, e per il 7,5% nei restanti settori. Per quanto riguarda le fonti i consumi finali sono stati soddisfatti principalmente dal petrolio e dai prodotti petroliferi (39,8%), dal gas naturale (27,1%) e dall’energia elettrica (21,2%) e dalle rinnovabili (10,1%). Nel 2023, il consumo di energia elettrica, pari a 23.959 ktep, è stato soddisfatto per l’83,2% dalla produzione nazionale che è stata pari a 253,7 TWh (-6,7% rispetto al 2022) e per il restante 16,8% dalle importazioni nette dall’estero, per un ammontare di 51,3 TWh, in crescita del 19,2% rispetto all’anno precedente.

Fonte: Il Sole 24 Ore