Energia intelligente, interoperabilità e Gen AI: prove di vera smart home

La casa connessa in cui gli elettrodomestici si parlano e scambiano informazioni fra loro è realtà? Sì, lo è. Nel senso che è tecnicamente realizzabile, ma è necessario fare dei distinguo. È indubbio che le tecnologie dell’IoT hanno fatto ulteriori passi in avanti, a braccetto con la sempre più pervasiva presenza dell’intelligenza artificiale, ma è altrettanto vero che siamo ancora distanti dalla possibilità di trasformare qualsiasi abitazione in un ambiente veramente smart, interconnesso e votato all’efficienza energetica. Siamo dunque in ritardo dall’obiettivo di vivere in ambienti digitali in grado di autogestirsi, regalando a chi vi abita un confort superiore e minori consumi? “Non serve avere fretta – rassicura convinto Giampiero Morbello, Head of Brand & IOT di Haier Europe – perché occorre tempo per diffondere la cultura della casa connessa e perché, per adattare gli elettrodomestici ai nuovi standard di comunicazione universali, è necessario ripensarli e reingegnerizzarli anche dal punto di vista dell’hardware, e non solo del firmware”. Il punto chiave della questione è l’interoperabilità fra gli apparecchi di marche diverse ed è per questo che i principali attori della smart home hanno dato vita a Matter. L’attuale limite di questa tecnologia, come osserva Morbello, sta nella sua applicazione: è molto focalizzato sui prodotti di domotica e sui piccoli device ma è ancora indietro sui grandi elettrodomestici. Nondimeno, presenta un problema di (non) retro-compatibilità per gli apparecchi più vecchi e di costi di configurazione non certo marginali.

La strada è però segnata e va nella direzione di aprire sempre di più le porte dei rispettivi ecosistemi. Haier, nella fattispecie, sta lavorando a un frigorifero “master”, conforme con le specifiche di Matter, che farà da hub di connessione per i dispositivi di terzi attraverso l’app hOn. La connettività, in altre parole, deve diventare una commodity che genera valore funzionale per gli apparecchi della casa e a beneficiarne sono ovviamente i consumatori finali, un terzo dei quali oggi chiede espressamente un prodotto connesso in fase di acquisto.

Nella casa connessa, ormai lo abbiamo imparato in tanti, è entrato prepotentemente il verbo dell’AI e non si limita più solo a chatbot con cui interagire via smartphone per migliorare le prestazioni di una lavatrice o di un forno. “L’automazione garantita dagli algoritmi – spiega in proposito Morbello – trova applicazione in diversi ambiti della smart home ed è diventata una componente nativa dello sviluppo di un prodotto”. C’è un’intelligenza artificiale che lavora in combinazione con i sensori e le micro telecamere installate nelle macchine ed elabora in cloud i dati raccolti (immagini comprese) per ritornare le informazioni all’utente tramite app. C’è un’AI integrata localmente negli apparecchi (di fascia alta) per elevare l’esperienza d’uso e c’è una intelligenza artificiale generativa (sottoforma di agenti) che cambierà il rapporto con il consumatore, aprendo a nuove opportunità per ripensare le attività di customer care e di customer service. Ed è questo, forse, il vero cambio di paradigma.

Dentro l’ecosistema della casa connessa – e la hOn One Smart Home allestita da Haier nel proprio Campus di Brugherio, alle porte di Milano, ne è un esempio concreto – non ci sono più solo elettrodomestici ma anche servizi di provider terzi, da quelli di e-commerce per acquistare cibi e bevande a quelli, decisamente più impattanti, che permettono di gestire in modo intelligente tutto il fabbisogno energetico dell’abitazione. Dotandosi di inverter, batterie e pannelli solari e facendo leva su un sistema di energy management avanzato, la casa può funzionare da mini impianto di produzione green orchestrato dall’app hOn, che si sincronizza con i sistemi aria-acqua, gli scaldabagni e tutti gli apparecchi per calibrare il prelievo di energia dalla rete quando questa costa meno (va in questa direzione, per esempio, l’accordo stretto da Haier con il provider di luce e gas Tate per collegare gli elettrodomestici a una tariffa oraria calcolata sul suo prezzo reale, e non su quello medio mensile).

Gli algoritmi dell’AI, da parte loro, macinano dati (meteo, abitudini di consumo, energia disponibile) e disegnano scenari di utilizzo intelligenti, flessibili e totalmente personalizzabili dei dispositivi. Se la smart home universale è ancora lontana, la casa intelligente che si crea sulla base delle esigenze dell’utente esiste già, funziona e permette di definire gli obiettivi e le priorità di utilizzo di ogni singolo elettrodomestico, lasciando al cervello digitale dell’ecosistema connesso il compito di gestirli. L’app (hOn), insomma, diventa il pilota automatico cui delegare in parte o completamente la guida della casa.

Fonte: Il Sole 24 Ore