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Eni, l’utile del trimestre a 1,4 miliardi. L’ad Descalzi: «Risultati solidi»
Positiva, come detto, la performance dei “satelliti”. L’ebit proforma adjusted di Enilive pari a 95 milioni, è quasi raddoppiato su base sequenziale, sostenuto dal maggiore contributo delle attività retail, mentre risulta in riduzione rispetto al 2024 a causa dei minori margini dei biocarburanti. Plenitude ha conseguito un ebit proforma adjusted di 241 milioni, in linea con il 2024. Sommando i risultati delle due società, l’ebitda proforma adjusted dei due satelliti è stato pari a 0,17 miliardi per Enilive e a 0,36 miliardi per Plenitude.
Le perdite di raffinazione e chimica
L’attività di raffinazione ha chiuso con una perdita proforma adjusted di 91 milioni, peggiorando il confronto, spiega il gruppo, «sia rispetto al primo trimestre 2024 sia su base sequenziale, per effetto del continuo deterioramento dei margini». L’attività della chimica registra la perdita di 0,24 miliardi a causa della prolungata debolezza del settore europeo dovuto alla minore domanda e alla pressione sui margini da parte di operatori con posizioni di costo più vantaggiose.
Cala l’indebitamento
Il flusso di cassa adjusted prima dei movimenti del circolante ammonta a 3,4 miliardi, superiore ai fabbisogni per gli investimenti lordi di 1,9 miliardi. Il free cash flow organico di 1,5 miliardi e gli incassi netti da dismissione di circa 3 miliardi, relativi principalmente all’investimento del 25% di Kkr in Enilive, hanno consentito di remunerare gli azionisti con €1,2 miliardi (inclusa la terza tranche del dividendo 2024 di 0,76 miliardi) e di ridurre l’indebitamento finanziario netto di circa 1,8 miliardi a 10,3 miliardi rispetto al 2024.
Il piano di mitigazione
La società ha messo in campo, come sottolineato, alcune azioni di mitigazione, in risposta ai rischi macroeconomici e alle incertezze sui dazi commerciali, che sono previste compensare oltre 2 miliardi di effetti negativi dello scenario. A fronte di questa mossa, gli investimenti lordi per il 2025 sono stati rivisti al di sotto di 8,5 miliardi rispetto a una previsione iniziale di 9 miliardi. Gli investimenti al netto delle dismissioni sono attesi inferiori a 6 miliardi rispetto a una stima iniziale compresa tra 6,5-7 miliardi. Il rapporto d’indebitamento è, invece, atteso nell’intervallo 0,15 – 0,2.
Le stime su flussi di cassa e produzione
Assumendo lo scenario aggiornato di 65 dollari al barile per il prezzo del petrolio Brent, 40 euro per megawattora per il prezzo spot del gas al Ttf, 3,5 dollari al barile per il margine di raffinazione Eni SERM e un tasso di cambio euro/dollaro pari a 1,1, il flusso di cassa dalle attività operative adjusted di gruppo è ora atteso a 11 miliardi, un risultato migliore di quanto implicherebbe la variazione dei parametri di scenario. La produzione di idrocarburi attesa ancora a 1,7 milioni di barili di olio equilvalente al giorno allo scenario Brent di 65 dollari al barile.
Fonte: Il Sole 24 Ore