Eredità Agnelli, sequestro da 74,8 milioni per frode fiscale ai fratelli Elkann

L’inchiesta sull’eredità della famiglia Agnelli fa un passo in avanti. I pm di Torino hanno disposto il sequestro di 74,8 milioni di euro (tra beni mobili e immobili) nei confronti dei fratelli Elkan John, Lapo e Ginevra, del commercialista Gianluca Ferrero e del notaio svizzero Urs Robert Von Grunigen.
Nei confronti degli indagati la Procura torinese ipotizza i reati di dichiarazione fraudolenta e truffa aggravata a danno dello Stato.

La successione ereditaria

L’operazione è stata conclusa dal Nucleo di polizia economico finanziario della Guardia di finanza di Torino, che ha ricostruito i flussi finanziari degli Elkann collegati alle vicende della successione ereditaria di Marella Caracciolo e alle correlate controversie familiari tra Margherita Agnelli e i suoi figli John, Lapo e Ginevra (rispettivamente figlia e nipoti del de cuius).

Stando alla Guardia di finanza, è stata individuata una considerevole documentazione contabile ed extracontabile — anche di tipo informatico — che, allo stato, ha confermato l’ipotesi accusatoria, peraltro già oggetto dell’originario esposto da cui è scaturita l’inchiesta, circa la fittizia residenza estera di Marella Caracciolo e l’esistenza di un disegno criminoso volto a sottrarre il suo ingente patrimonio e i relativi redditi alle leggi successorie e fiscali italiane.

Il memorandum

In un memorandum rinvenuto durante le perquisizioni, si scandiscono dettagliatamente gli accorgimenti da attuare per supportare la fittizia residenza svizzera della Caracciolo. Riscontri sono giunti anche dalle dichiarazioni rese dai collaboratori della donna. Sulla base delle indagini, la Guardia di finanza ha quantificato i redditi conseguiti dalla Caracciolo e non dichiarati al Fisco italiano, nonché del patrimonio da assoggettare all’imposta sulle successioni e donazioni.

Irpef e imposte sulle successioni e donazioni

Sotto il profilo delle imposte sui redditi, è stata quantificata una Irpef evasa (provento del reato di frode fiscale) per complessivi 42,8 milioni circa, rivenienti dalla sottrazione all’imposizione di una rendita vitalizia percepita dalla Caracciolo (ammontare — negli anni dal 2015 al 2019 — a oltre 29 milioni) e di redditi di capitale (per circa 116,7 milioni) derivanti da attività finanziarie detenuti da trust con sede alle Bahamas.

Fonte: Il Sole 24 Ore