Escif e la fine del mondo
La mostra nel suo insieme è una riflessione ricca e a tutto campo, una narrazione che muove dallo sguardo attonito di Lilly e Biagio allo gnomo “antimilitare” di Amelie esposto in vetrina, passando per sculture, acquerelli e graffiches.
Fukushima, 11 marzo 2011
Incipit è, appunto, il disastro di Fukushima dell’11 marzo 2011: un terremoto di magnitudo 9.0 ed il conseguente tsunami che hanno provocato un collasso di dimensioni devastanti nella centrale nucleare di Fukushima, in Giappone. Le conseguenze di questo disastro continuano ad essere, ancora oggi, una delle principali preoccupazioni in termini di sicurezza e gestione ambientale ma, a dodici anni da quella tragedia, il Giappone sta ancora riversando nell’Oceano Pacifico le acque radioattive che erano rimaste stoccate all’interno della centrale.
E da qui Escif Sorry for Fukushima diventa anche incitazione, un invito a riflettere e a pentirci, a chiedere scusa per aver dimenticato gli animali, scusa per non aver capito che la nostra vita dipende dall’ambiente, scusa per aver trasformato il tempo in un nemico e per aver tradito le ragioni del progresso. In questo esercizio, Escif ci esorta anche a trovare tempo per recuperare il valore della spontaneità e dell’innocenza nei gesti dei bambini ed a restituire loro la dignità di patrimonio dell’umanità; sollecita noi adulti a permettere che i bambini portino nuova speranza nel futuro, ma anche nel presente.
Sorry for Fukushima racconta quindi di un domani possibile, che porti con sé più senso comune, più consapevolezza, più verde, più responsabilità, più tenerezza mentre chiede di ricercare – nei suoi acquerelli, nelle sue tele e nelle sue sculture – una prospettiva più positiva, più fiduciosa, più ragionevole sul nostro futuro.
SORRY FOR FUKUSHIMA, a cura di Escif e SPAZIOC21, fino al 9 Dicembre 2024
Fonte: Il Sole 24 Ore