Estirpazione dei vigneti: sì condizionato dalla Ue
Sì condizionato alle estirpazioni dei vigneti: solo con fondi nazionali e escludendo gli impianti in territori dove hanno una valenza paesaggistico-ambientale, dove dal vigneto trae la principale fonte di reddito la popolazione rurale. Escluso quindi il ricorso a fondi comunitari del Pns (piano nazionale di sostegno) per questa nuova tranche di “rottamazione” dei vigneti Ue. Il budget europeo dedicato alla competitività del vino e in particolare alla promozione dei consumi sui mercati esteri (misura già più volte minacciata di tagli) vengono salvaguardati. E ancora maggiore elasticità nell’utilizzo degli stessi fondi promozione e, non ultimo, una miglior definizione normativa per i nuovi vini (dealcolati) per agevolarne la commercializzazione e semplificazioni sull’etichettatura digitale.
Sono le “raccomandazioni” inserite nella bozza del Gruppo di alto livello della Commissione europea sul Futuro del vino nell’Ue e che vanno per buona parte nella direzione auspicata e sostenuta d’italiana Unione italiana vini (Uiv). A sottolinearlo la stessa organizzazione italiana del settore a seguito del terzo incontro del Gruppo di alto livello che si è svolto nei giorni scorsi a Bruxelles. Va ricordato che il documento finale del Gruppo sarà rilasciato il prossimo 16 dicembre.
In materia di espianti, misura richiesta da alcune aree produttive Ue in difficoltà per il rallentamento dei consumi soprattutto di vini fermi rossi, secondo quanto emerge dalla bozza, il Gruppo di alto livello raccomanda «di affrontare le situazioni di eccesso strutturale di offerta con finanziamenti nazionali». Inoltre, come richiesto dai produttori italiani, viene raccomandato di escludere dalla rottamazione i «vigneti a elevato valore paesaggistico, come pendii, terrazzamenti, varietà con valore genetico o in aree con valore ambientale o dove la viticoltura è centrale e che sono a rischio di spopolamento».
Una posizione quest’ultima che, secondo l’Unione italiana vini, preserverebbe il “pacchetto” dei fondi specifici destinati alle “misure attive”, come la promozione, di cui il settore, tra l’altro, necessita per affrontare la sfida ai cambiamenti di consumo e alle incertezze del mercato.
Secondo Uiv, è inoltre fondamentale che il documento mantenga il focus sulla competitività del settore, che siano introdotte alcune flessibilità sulla gestione del potenziale e delle autorizzazioni ai nuovi impianti e che, come proposto dal Masaf, sia per la prima volta introdotta la possibilità per i Paesi di riutilizzare gli eventuali risparmi sulle misure del Piano nazionale di sostegno (Pns) all’interno del medesimo pacchetto di misure reinvestendoli così nel settore.
Fonte: Il Sole 24 Ore