Etichette alimentari, utili ma anche marketing: solo il 4% non le guarda mai

Etichette alimentari, utili ma anche marketing: solo il 4% non le guarda mai

Secondo un’indagine condotta da Ipsos e raccontata nell’ultima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, solo il 4% degli italiani dichiara di non guardare mai le etichette, il 42% le consulta per tutte o quasi le categorie di prodotti e il 53% solo per alcuni. Scadenza (63%), modalità d’uso (31%) e conservazione (26%) sono le principali motivazioni.

«È significativo che il 44% di chi le legge guardi la provenienza del prodotto, o che quote dal 23 al 31% del campione dichiarino di controllare valori nutrizionali e la presenza di grassi, zuccheri, sali e coloranti – commenta Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy –. Emerge anche che il 75% dei consumatori almeno una volta ha deciso di non fare un acquisto per le informazioni lette sulla confezione».

Ma nasce prima l’uovo o la gallina? Il famoso dilemma ben si adatta al rapporto tra i trend di consumo e l’evoluzione delle informazioni in etichetta: sono le aziende che sottolineano alcuni contenuti (più o meno nuovi) quando vogliono spingere su certi prodotti o sono i consumatori che cercano determinate caratteristiche e questo fa sì che vengano evidenziate sul packaging? 

«In questi sette anni di Osservatorio abbiamo visto come le due componenti di domanda e offerta si inseguono ciclicamente. Se è l’offerta a far nascere un trend, magari con messaggi presenti su poche confezioni, è la domanda che lo rafforza e lo fa crescere – racconta Cuppini,–. Ad esempio penso al claim “filiera controllata” o a quelli sull’italianità che, nonostante qualche cedimento negli ultimi tempi, restano la tendenza più forte e trasversale da quando abbiamo iniziato il monitoraggio. Così anche chi non pubblicizzava alcune caratteristiche prova a cavalcarne l’onda».

A volte quindi certe categorie di prodotto risultano aumentare negli acquisti non tanto perché c’è nuova offerta, ma perché queste proprietà vengono evidenziate sulla confezione. Ad esempio le uova sono ricche di proteine, ma fino a poco tempo fa i produttori non pensavano certo a scrivercelo sopra. «Altre volte – prosegue Cuppini – si tratta di mode passeggere. Pensiamo alle bacche di goji: c’è stato un periodo in cui erano citatissime, ora sono scomparse».

Fonte: Il Sole 24 Ore