Eurojersey, ricavi a 70 milioni. Il 2025 sarà l’anno del riequilibrio

Eurojersey, ricavi a 70 milioni. Il 2025 sarà l’anno del riequilibrio

«Il 2025 sarà un anno all’insegna del riequilibrio, fondamentale per decifrare meglio il posizionamento del mercato nella sua incertezza: i primi sei mesi saranno sfidanti e complessi proprio perché il mercato è ancora intento a salvaguardare margini, sacrificando scorte di magazzino vista l’instabilità finanziaria. Ci aspettiamo un secondo semestre più incoraggiante e positivo». Andrea Crespi, direttore generale di Eurojersey, azienda del gruppo Carvico, come molti altri imprenditori del tessile-moda made in Italy guarda con moderata fiducia verso la fine dell’ anno, convinto che il momento di crisi che ha investito il settore ormai più di un anno fa sia destinato a finire.

Il 2024 dell’azienda si è chiuso con ricavi a 70 milioni di euro, in calo dell’8% rispetto all’anno precedente. Gli obiettivi rimangono chiari: «Preservare ciò che è stato costruito negli anni con i nostri clienti consolidando i programmi in corso e continuare la nostra progressiva espansione nel settore dell’abbigliamento soprattutto menswear, senza dimenticarci il settore sportswear già molto affine al nostro prodotto», dice Crespi.

L’azienda – che nell’ultimo decennio ha «concluso un piano di riassesto industriale significativo completamente autofinanziato, adeguandoci alle richieste del mercato con una produzione snella ed efficient, spiega il direttore generale – ha appena partecipato alla 40esima edizione di Milano Unica, fiera di riferimento per tessuti e accessori: «La manifestazione sta acquisendo sempre più valore – ha detto Crespi – con un incremento significativo dei buyer esteri. Noi abbiamo avuto una crescita del 30-35% dei compratori stranieri; abbiamo visto clienti che hanno voglia di reagire, nella consapevolezza del momento non semplice e del fatto che i prossimi 10-20 anni saranno molto diversi da quelli che abbiamo lasciato».

La trasformazione riguarda in primis i clienti finali: «sono più attenti, che non necessariamente compreranno di più» e «acquistano con altri obiettivi». Eppure, secondo Crespi: «Le aziende che investono su prodotto, qualità e reti di impresa hanno delle opportunità. Noi abbiamo fatto una scelta di innovazione, puntando su quelle che definiamo nuove armature tessili: le nuove versioni “tridimensionali” della gamma di tessuti Sensitive Fabrics, nobilitate da processi esclusivi come l’accoppiatura e la tecnologia di stampa così da creare prodotti complementari e versatili all’interno della nostra collezione». Prodotti «in linea con le esigenze delle nuove generazioni: sono funzionali, hanno un rapporto qualità valore alto. Questo anche perché abbiamo voluto mantenere la filiera in Italia e siamo certificati “Made Green in Italy”: le nuove generazioni trovano un prodotto in linea con le loro esigenze», ha detto Crespi.

A Milano Unica Eurojersey ha presentato la stagione Pe 2026 dei tessuti tridimensionali The Sundays collection, nata dall’idea di catturare l’essenza della domenica, i ritmi rallentati e la sensazione di relax.

Fonte: Il Sole 24 Ore