Evitare Le Pen ora, Mélenchon domani: la doppia sfida della Francia

dal nostro inviato a Parigi

Due blocchi si confrontano il 7 luglio. Tre blocchi, parzialmente diversi, dal giorno successivo. La sfida della Francia è doppia, in queste elezioni legislative. Oggi, al voto, il Rassemblement national (Rn), con il suo programma che di fatto contesta le istituzioni francesi ed europee, punta a conquistare una la maggioranza assoluta, o almeno una maggioranza relativa solida, che possa essere rafforzata con qualche alleanza. Sul fronte opposto, tutti gli altri partiti, uniti da un raillement – un raduno, ma anche una battaglia – per evitare un governo troppo radicale.

Domani, la Francia potrà già presentarsi diversamente: al campo della democrazia illiberale di Rn, costretta a convivere e ad adeguarsi a un sistema costituzionale comunque liberaldemocratico, si opporrà un partito di democrazia radicale, La France Insoumise (Lfi) di Jean-Luc Mélenchon, che ha già annunciato di voler restare fuori da ogni ipotesi di governo di ampia coalizione per non annacquare il proprio programma, e il vasto campo “repubblicano”, animato da molte riserve reciproche, di democrazia liberale, che va dai socialisti e dagli ecologisti fino ai Républicains, passando per i macronisti.

Un voto ancora aperto

Il primo passaggio, il voto, è ancora aperto. Le alleanze sono concluse, ma non è detto che le indicazioni di voto saranno rispettate, che gli elettori di sinistra voteranno davvero, per esempio il ministro degli Interni Gérald Darmanin, troppo “poliziotti”, o l’ex prima ministra Elisabeth Borne che ha fatto approvare la riforma delle pensioni; e al contrario potrebbe essere difficile per un macroniano votare per alcuni candidati della sinistra. La campagna è rissosa, non sono mancati atti di violenza anche gravi – a una militante macroniana è stata rotta una mascella – e a Parigi sono attivi oggi 30mila gendarmes. Persino all’interno delle famiglie si litiga, aspramente, sul voto.

Rn ritiene di poter ancora giungere alla maggioranza assoluta, e così il Nouveau front populaire (Nfp), l’unione di tutte le sinistre, Lfi compresa; ed è difficile capire quanta parte sia campagna elettorale quanta una chiara ed evidente indicazione delle loro potenzialità. I sondaggi sui seggi, statisticamente molto poco robusti, non attribuiscono a nessuno una maggioranza assoluta di almeno 289 seggi. La tendenza – che ridimensiona i dati estremi – delle rilevazioni effettuate dopo il primo turno affida ora tra 191 e 220 seggi a Rn, tra 167 e 187 a Nfp, tra 106 e 130 all’alleanza presidenziale Ensemble – e si tratterebbe di un exploit, viste le condizioni di partenza – e tra 28 e 48 seggi per i Républicains e i loro alleati.

Fonte: Il Sole 24 Ore