Ex Ilva, 1.500 creditori in attesa e istanze già riconosciute per 1,2 miliardi

Ex Ilva, 1.500 creditori in attesa e istanze già riconosciute per 1,2 miliardi

Giancarlo Quaranta, uno dei tre commissari di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, lo aveva anticipato il 28 maggio nell’audizione davanti alla commissione Industria del Senato: «Siamo partiti da una sofferenza dichiarata di un certo livello per trovarcene altre che probabilmente raggiungeranno tre-quattro volte quella che era stata l’idea iniziale». Ed ora, a pochi giorni dalla prima udienza sullo stato passivo di Acciaierie al Tribunale di Milano davanti al giudice Laura De Simone (si terrà il 19 giugno alle 9.30), la massa dei debiti dell’ex Ilva verso imprese, fornitori, banche, erogatori di servizi e grandi gruppi, comincia ad assumere contorni più chiari. Sono circa 1.500 i creditori che hanno fatto istanza per insinuarsi nello stato passivo dell’ex Ilva, ma intanto 981 sono già entrati nel primo progetto di stato passivo depositato dal commissario AdI Giovanni Fiori, delegato alla materia, al Tribunale.

Escluse domande di credito per 509 milioni

Le 981 domande, classificate come tempestive, hanno espresso un volume di 1,175 miliardi di crediti privilegiati e 587,606 milioni di chirografari. Ma dopo l’esame dei commissari, i privilegiati ammessi sono diventati 309,912 milioni, i chirografari 943,669 milioni e i crediti esclusi 509,581 milioni. Lo screening andrà ora avanti per le altre istanze e prenderà del tempo, considerato che dopo le istanze tempestive verranno le tardive e le ultrardive e che presumibilmente ci saranno anche dei ricorsi. D’altra parte per la precedente amministrazione straordinaria, quella che nel 2015 interessò l’Ilva, sono ancora pendenti contro i decreti che hanno reso esecutivi gli stati passivi tempestivi e tardivi di Ilva, 7 giudizi di opposizione, 35 in Cassazione e 8 di rinvio davanti al Tribunale di Milano.

I dipendenti AdI salvati dall’insinuazione

Tuttavia, rispetto all’amministrazione straordinaria di nove anni fa, questa dovrebbe presentarsi più snella in quanto a numeri. Nei creditori non ci sono infatti i dipendenti di AdI, 10mila nel gruppo di cui 8.200 a Taranto, che i commissari hanno salvato dall’insinuazione, prima mettendo al riparo le ferie e poi gli altri crediti, che saranno pagati. Ci si riferisce a spettanze che il personale ha maturato prima del 20 febbraio scorso, quando AdI è andata in amministrazione straordinaria. Non fu così nel 2015, quando piovvero circa 17mila istanze e i dipendenti portarono nello stato passivo ferie, quote di Tfr e altre voci economiche non percepite da Ilva e nove anni dopo sono ancora in attesa, come tutti gli altri creditori, di essere liquidati.

Una platea vasta: avvocati, banche, grandi gruppi

Ma chi c’è nell’elenco dei 981 creditori giá ammessi? Gran parte dell’indotto di Taranto (ha ottenuto la prededuzione, non così, invece, per i trasportatori), importanti studi legali come Cleary Gottlieb e Hamilton (1,744 milioni di crediti privilegiati, ammessi per 1,094 milioni), un folto stuolo di avvocati, una sfilza di società estere di ArcelorMittal (azionista di maggioranza di Acciaierie), fornitori storici come Pellegrini che si occupa delle mense (27,217 milioni di chirografari, ammessi per 23,780), Enel (70,785 milioni), banche, con diverse posizioni di Banca Ifis, e poi Intesa San Paolo (ammessi solo 24,734 milioni di chirografari, esclusi 1,527 milioni) e Unicredit (ha chiesto il riconoscimento di 218,708 milioni di crediti chirografari, ma i commissari hanno rigettato la domanda e proposto, in via convenzionale e con riserva, solo l’ammissione di 24,575 milioni tra i chirografari). Figurano, tra i debiti, anche le quote associative non pagate a Confindustria Taranto, Genova e Novi Ligure, le spese verso Tim e Vodafone. Tra i creditori risulta anche il Comune di Taranto (rivendica 10,423 milioni di Tari non versata, ammessi tra i privilegiati 2,268 milioni) e spicca Snam Rete Gas, che ha chiesto 400,461 milioni di crediti privilegiati ma i commissari ne hanno ammesso 25,283 di privilegiati e 375,179 di chirografi.

Morselli e l’ex capo acquisti: istanze per 9 milioni

Domanda rigettata, infine, per l’ex ad Lucia Morselli, che ha chiesto tra mancato preavviso e altre voci 2,203 milioni e fortemente ridimensionata per l’ex capo degli acquisti Domenico Ponzio: ha chiesto 6,823 milioni, i commissari ne hanno ammessi tra i privilegiati per 147.857 euro.

Fonte: Il Sole 24 Ore