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Ex Ilva, doppio vertice per la scelta finale
Doppio appuntamento per decidere il futuro dell’ex Ilva. Oggi, martedì 25 febbraio, i commissari straordinari presenteranno al ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, una relazione comparativa finale sulle offerte ricevute, considerati i rilanci e i successivi miglioramenti ottenuti in fase di negoziazione. E domani dovrebbe tenersi un confronto di governo a Palazzo Chigi: in quella sede Urso potrebbe condividere la scelta finale con la premier Giorgia Meloni.
Baku Steel
Gli azeri di Baku Steel, supportati dal fondo statale Azerbaijan Investment Company (Aic), restano in vantaggio anche dopo che (come anticipato dal Sole 24 Ore del 20 febbraio) i commissari di Acciaierie d’Italia (l’ex Ilva) e di Ilva in amministrazione straordinaria si sono recati direttamente in Azerbaijan, nel fine settimana. Le due terne di commissari hanno incontrato il Ceo di Baku Steel, Aydin Ramanov, il viceministro del governo azero Anar Akhundov, i rappresentanti del fondo Aic e hanno visitato l’impianto, piuttosto ridotto ma di buona qualità, basato sul forno elettrico per la produzione di acciai piani. Dagli azeri, tra componente per l’acquisizione e riconoscimento del magazzino, è arrivata nelle scorse settimane un’offerta attorno al miliardo di euro.
Invitalia
Avanza inoltre l’ipotesi che ad affiancare l’aggiudicatario possa essere di nuovo Invitalia, dopo che martedì scorso Urso ha affermato che l’opzione, inizialmente non presa in considerazione dal governo, si riapre a fronte delle richieste e dei piani industriali presentati dai vari pretendenti. La controllata del Mef, già presente senza troppe fortune insieme ad ArcelorMittal nell’assetto azionario di Acciaierie d’Italia, potrebbe entrare nella nuova società con una quota di mero “presidio” statale (un’ipotesi è attorno al 20%).
Jindal Steel International e Bedrock
Gli indiani di Jindal Steel International tuttavia confidano ancora in un sorpasso in extremis e ieri avrebbero presentato un ulteriore ritocco, con il quale ai circa 100-120 milioni per rilevare l’intero complesso aziendale e ai circa 500 milioni di riconoscimento del magazzino in essere verrebbe aggiunta una quota tra 200 e 300 milioni in fornitura di materia prima, in modo da garantire ossigeno alla società per la continuità operativa fino all’aggiudicazione definitiva che, tra passaggi tecnici vari (confronto con i sindacati, antitrust, esercizio del golden power) non saranno brevissimi. L’eventuale ingresso di Invitalia non sarebbe considerato un ostacolo dagli indiani, sebbene nelle prime discussioni con il governo sia stato fatto il nome del gruppo Danieli come potenziale socio per garantire un presidio nazionale nell’azionariato. Sullo sfondo c’è sempre il fondo americano Bedrock Industries con cui in questi giorni sono proseguiti i contatti. Gli statunitensi sarebbero pronti a mettere sul piatto investimenti nell’ordine di circa 3 miliardi di euro. Il meccanismo di offerta del fondo, tuttavia, basato su una clausola di earn out, avrebbe sollevato diverse perplessità tra commissari e ministero.
Fonte: Il Sole 24 Ore