
Export armi, cosa cambierà con la nuova legge del governo
Opposizioni all’attacco sul testo di riforma della legge 185 sull’export delle armi che ha ripreso il proprio iter nelle commissioni congiunte Difesa e Affari Esteri della Camera, in sede referente. Il Pd e i Cinque Stelle frenano sul disegno di legge, già approvato dal Senato il 21 febbraio 2024.
L’allarme dei movimenti cattolici
Il tema è stato tirato fuori dai movimenti cattolici, che hanno lanciato un appello: la legge che regola l’export delle armi, la 185 del ’90, non va modificata. «Modificarla vuol dire affossarla!», si legge in una nota di Acli, Agesci, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Azione Cattolica Italiana, Movimento dei Focolari Italia, Pax Christi Italia. Un appello «alla coscienza dei Parlamentari contro il falso realismo della guerra». Il disegno di legge «che oggi state discutendo – hanno aggiunto le associazioni – intende: limitare l’applicazione dei divieti sulle esportazioni di armamenti; ridurre al minimo l’informazione al parlamento e alla società civile; e, soprattutto, limitare le informazioni contenute dalla Relazione governativa annuale, cancellando la documentazione riguardo alle operazioni svolte dagli istituti di credito circa l’import e l’export di armi e dei sistemi militari italiani. Tali modifiche svuotano il contenuto della legge 185. Sarebbe una decisione gravissima», hanno concluso i movimenti firmatari dell’appello.
Cosa prevede il provvedimento
Nel passaggio al Senato, sono stati modificati contenuto e tempistica della relazione che il Governo è tenuto a presentare in Parlamento per quanto riguarda le attività disciplinate dalla legge 185. La norma prevede in particolare che entro il 30 aprile di ogni anno il Presidente del Consiglio invii al Parlamento la relazione in ordine ai lineamenti della politica esportativa italiana, alle decisioni assunte in materia dal Governo e alle operazioni autorizzate e svolte l’anno precedente. Lo stesso Presidente del Consiglio riferisce alle Commissioni parlamentari entro 30 giorni dalla trasmissione del documento. La legge 185 invece prevede che la relazione venga presentata entro il 31 marzo e stabilisce un “obbligo governativo di riferire analiticamente alle Commissioni parlamentari” entro 30 giorni dalla trasmissione della relazione.
La semplificazione dei trasferimenti di materiali all’interno dell’Unione europea
Il disegno di legge introduce norme di semplificazione per i trasferimenti di materiali all’interno dell’Unione europea o nell’ambito di programmi Ue. In particolare, cancella la necessità di autorizzazione all’avvio di trattative contrattuali nel caso di scambi con Paesi dell’Unione europea. In un passaggio introdotto dal Senato, il testo all’esame delle Commissioni prevede che se la domanda di autorizzazione individuale riguarda un trasferimento intracomunitario da effettuare nel quadro di programmi di ricerca e sviluppo finanziati dall’Unione europea, i termini del procedimento autorizzatorio sono ridotti della metà.
L’attività bancaria
Gli obblighi di comunicazione delle transazioni bancarie riferite a operazioni di trasferimento di materiali d’armamento (previsti dalla legge 185/1990) incombono sulle banche e sugli intermediari finanziari. Nel passaggio al Senato, è stato abrogato il comma 4 dell’articolo 27, della legge 185, in materia di attività bancaria. Il comma 4, ora abrogato dal disegno di legge, prevedeva che la relazione al Parlamento contenesse un capitolo sull’attività degli istituti di credito operanti nel territorio italiano attivi nell’importazione, esportazione e transito di armamenti, sulla base dei dati trasmessi dal Ministero dell’economia e delle finanze, derivanti dalla sua attività di raccolta delle comunicazioni.
Fonte: Il Sole 24 Ore