Extraprofitti delle banche, la Spagna proroga e aumenta l’aliquota
Prorogata e aumentata. La tassa sugli extraprofitti delle banche profila uno scontro durissimo tra il governo guidato dal primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, e le più grandi banche del Paese. Giovedì, il governo di coalizione di Sanchez è riuscito a far approvare definitivamente dal Parlamento una prorga temporale del prelievo, dopo aver ottenuto il sostegno di un piccolo partito di estrema sinistra. La tassa, originariamente pensata come una tantum quando fu introdotta alcuni anni fa, sarebbe scaduta alla fine di quest’anno.
Non solo non sarà così – perchè l’imposta verrà ora prorogata per altri tre anni -ma anche il tasso forfettario originario del 4,8% salirà fino al 7% per le banche più grandi, che dovrebbero includere Banco Santander SA e BBVA SA, mentre scenderà fino all’1% per quelle piccole.
Dalla sua, il governo afferma che gli istituti di credito del Paese hanno tratto enormi benefici dall’aumento dei tassi di interesse negli ultimi anni, e che questi devono essere tassati. La redditività delle banche spagnole è aumentata vertiginosamente, con molti istituti di credito che lo scorso anno hanno raggiunto i guadagni più alti di sempre. Ma le banche sostengono che l’aumento dei tassi è un giusto compenso per il lungo periodo di valori bassi e negativi sopportati in precedenza. Sottolineano inoltre che la Bce ha iniziato a tagliare i tassi, il che probabilmente ridurrà nel tempo i loro ricavi da prestiti.
Venerdì i titoli bancari spagnoli sono stati tra i peggiori performance dei servizi finanziari europei, con Santander in calo fino al 5% e BBVA del 3,4 per cento (poi entrambi in recupero nel corso del pomeriggio). Al contrario, Unicaja Banco SA, che probabilmente trarrà vantaggio dai cambiamenti per gli istituti di credito più piccoli, è balzata fino al 4,1% prima di ridurre i guadagni. Anche Banco de Sabadell SA – che è escluso dall’appesantimento dell’alqiuora- stima che il cambiamento consentirà di risparmiare circa 30 milioni di euro, rispetto ai 192 milioni di euro versati quest’ann0.
«Il mantenimento di un’imposta che ora è difficile collegare a benefici inaspettati genera incertezza per gli azionisti – hanno scritto in una nota gli analisti di Deutsche Bank AG Alfredo Alonso e Atul Hanamante». La mossa contribuisce a «un certo grado di stigmatizzazione nei confronti delle banche spagnole, soprattutto quelle nazionali».
Dopo la mancata approvazione del bilancio 2024 – che ha costretto il governo spagnolo a rinnovare quello del 2023,cosa che ha limitato la capacità di maggiori spese e ulteriori fondi – l’esecutivo di Madrid è alla ricerca di nuove entrate poiché anche per il 2025 rischia di restare, al,eno per la prima parte dell’anno, senza un bilancio ratificato.
Fonte: Il Sole 24 Ore