Falsi crediti d’imposta: 5,4 miliardi nel 2023 tra sospensioni e scarti
Il livello di attenzione era, è e sarà sempre massimo. Nonostante la fine della stagione su vasta scala di cessione del credito e sconto in fattura, l’amministrazione finanziaria punta ancora a tenere strettamente monitorato l’utilizzo dei tax credit derivanti da agevolazioni edilizie. Una mappatura compiuta in sinergia da agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza che solo in relazione al 2023 ha portato complessivamente ad agire in anticipo su 5,4 miliardi di euro tra blocchi (2,2 miliardi) e scarti (3,2 miliardi), come emerge dal bilancio dell’attività dello scorso anno presentato dal direttore delle Entrate Ernesto Maria Ruffini (si veda «Il Sole 24 Ore» del 6 febbraio).
Analisi e verifica preventiva
Una strada tracciata anche per il prossimo futuro, perché l’obiettivo è fermare l’utilizzo indebito di crediti edilizi ritenuti a rischio frode prima che vengano “monetizzati” ossia spesi in compensazione e quindi risultino più difficilmente recuperabili per le casse dell’Erario. Per questo il nuovo piano integrato di attività e organizzazione (Piao) delle Entrate mette in cantiere una crescita nel triennio del valore delle comunicazioni di cessione e sconto in fattura analizzate e verificate preventivamente rispetto al valore complessivo di quelle trasmesse nell’anno (a tal proposito va ricordato che il termine di invio telematico di quelle relative al 2023 è stato appena prorogato dal 16 marzo al 4 aprile). Si parte dall’82% del 2024, per poi salire all’85% nel 2025 e all’87% nel 2026. Quindi la chiara intenzione è quello di arrivare a una copertura quasi in “tempo reale” rispetto alla trasmissione, per cercare di intercettare sul nascere anomalie e mettere quindi in uno stato di stand by la compensazione di quei crediti. Per farlo si puntano anche a incrementare i filtri in grado di individuare che ci sono fattori di pericolosità: gli indicatori di rischio, infatti, passeranno dai 9 del 2024 ai 15 del 2026.
Controlli in tre fasi
Attualmente la procedura di controllo preventivo è strutturata in tre passaggi.
1) All’arrivo nella piattaforma informatica delle comunicazioni inviate dai contribuenti vengono sono svolti i controlli di coerenza interna e completezza dei dati presenti.
2) Poi, entro 5 giorni dall’arrivo delle comunicazioni, scattano le verifiche preventive basate su indicatori di rischio predefiniti: verifiche in base alle quali sono individuate e sospese per 30 giorni le comunicazioni che presentano profili di anomalia.
Fonte: Il Sole 24 Ore