Fanta festeggia i suoi primi settanta anni con la ricetta di un conte di Napoli

Fanta festeggia i suoi primi settanta anni con la ricetta di un conte di Napoli

Fanta come fantasia. Certamente non mancava al conte Ermelino Matarazzo da Licosa, l’imprenditore napoletano imbottigliatore per l’Italia della Coca Cola che nel 1955 chiese alla casa madre di Atlanta l’autorizzazione a produrre una bibita a base di arance secondo una sua ricetta originale. Matarazzo era fantasioso e coriaceo e, a forza di insistere, riuscì ad avere il via libera dagli Stati Uniti per una bibita che, a suo modo di vedere, potesse ripetere il successo della Coca Cola, ma sfruttasse anche i prodotti della Penisola facendo leva sui gusti e le abitudini dei consumatori italiani.

Per Coca Cola, invece, la fantasia, almeno al tempo, era un optional. Autorizzò Matarazzo a produrre la bibita, ma scelse, molto prosaicamente, il nome Fanta, un marchio che aveva acquisito da Max Keith, l’imbottigliatore tedesco della Coca Cola che, a sua volta, lo aveva utilizzato per produrre una bibita durante la Seconda guerra mondiale. Keith per la sua bibita utilizzava i residui dell’industria alimentare tedesca autarchica per volontà di Hitler e per l’embargo del resto del mondo. In prevalenza siero di latte utilizzato per i formaggi e fibre di mele scarto della lavorazione del sidro. Un addetto alle vendite consigliò a Keith di chiamarla Fanta, dal tedesco fantasie, che in effetti era l’ingrediente saccheggiato a piene mani dall’imbottigliatore tedesco per inventare una ricetta senza veri prodotti. Il beverone, però, era così cattivo che non veniva bevuto, ma usato come succedaneo dello zucchero.

Coca Cola, finita la guerra e finita la produzione fatta da Keith, aveva acquisito e registrato il marchio, in fondo la cosa migliore di quell’esperienza. E lo utilizzò, quindici anni dopo, nel 1955, della serie non si butta via niente, per produrre in Italia la Fanta secondo la ricetta originale del conte Ermelino Matarazzo.

La Fanta di Napoli era tutt’altra cosa rispetto al beverone tedesco. Fece subito breccia tra i consumatori e divenne un prodotto di successo di Coca Cola Company. Prima in Italia, poi nel resto del mondo, a partire dagli Stati Uniti dove venne prodotta e commercializzata nel 1958, con ricette adattate ai gusti dei singoli Paesi. Più dolce in Italia, dove ancora oggi vengono utilizzate due arance locali ogni litro di bevanda (il 12% del totale). Senza gas in Grecia e Spagna. Con ananas in Finlandia e Stati Uniti. Con fragola in Arabia, Stati Uniti e Corea del Sud. Con il mandarino in Messico e Turchia. Con il mango in Angola e Svizzera. E via fantasticando. Fanta oggi è presente in 180 Paesi nel mondo e rappresenta circa il 20% del business di Coca Cola. Il Brasile, dove la bibita ha un grande successo tra i giovani, guida la classifica dei consumi.

L’Italia però è rimasta centrale nello sviluppo di Fanta. Oggi, la bibita al gusto di arancia viene prodotta nei sette stabilimenti italiani di Coca Cola (i dipendenti sono oltre duemila) e alla ricetta del conte Matarazzo si sono aggiunte due nuovi prodotti frutto di un approccio attendo ai rapporti con il territorio: Fanta Aranciata Rossa Zero con succo di Arancia rossa di Sicilia Igp e Fanta Limonata con succo di Limone di Siracusa Igp.

Fonte: Il Sole 24 Ore