Fascicolo sanitario: entro il 2024 online prenotazioni, pagamento ticket e accesso ai referti

Fascicolo sanitario: entro il 2024 online prenotazioni, pagamento ticket e accesso ai referti

Il Fascicolo sanitario elettronico 2.0, una delle grandi scommesse sulla Sanità digitale insieme alla telemedicina lanciate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza che ci ha investito 1,3 miliardi, dopo anni di quiescenza dal primo lancio nel lontano 2012 ha – garantiscono dal Governo – finalmente messo il turbo e già entro quest’anno i cittadini italiani potranno avere a disposizione un pacchetto di quattro servizi di base: consultazione di documenti, prenotazione di prestazioni, scelta e revoca del medico di famiglia e pagamento delle prestazioni attraverso piattaforma Pago PA o App IO. Mentre un “cruscotto” accessibile a tutti sul sito del Dipartimento trasformazione digitale offrirà una panoramica dettagliata sull’utilizzo del Fse da parte di utenti e professionisti del Ssn.

A dare l’annuncio con le relative promesse di mettere al passo le Regioni che ancora stentano a fronte delle diciassette già ben avviate, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l’Innovazione Alessio Butti e il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato. Che a Roma hanno presentato anche il nuovo logo del Fse 2.0, a rimarcare il cambio di passo che – promettono – nel 2026 a scadenza del Pnrr incoronerà l’Italia “primo Paese d’Europa nel realizzare un nuovo medium per la sanità italiana, dotato di un Personal Health Record completo”, ha avvisato Butti. Tradotto: un ‘contenitore’ disponibile e accessibile a ogni cittadino su tutto il territorio italiano, depositario di informazioni sanitarie cruciali come le lettere di dimissione ospedaliera, i verbali di Pronto soccorso, i referti di laboratorio e le ricette elettroniche. Nella piena tutela della privacy mentre già entro la fine di quest’anno dovrebbe decollare il Portale nazionale Fse che, integrato con quelli delle Regioni, “rappresenterà il punto di accesso unificato agli Fse regionali semplificando la consultazione delle informazioni sanitarie da parte di cittadini e operatori di tutto il Paese”, ha annunciato Butti.

Decisivo per il cambio di passo di uno strumento come il fascicolo sanitario elettronico, fino a due anni fa dormiente e specchio delle diverse velocità a cui viaggia la sanità nostrana, lo sprint nell’adeguamento tecnologico dei software che producono i documenti che alimentano il Fse e che devono essere necessariamente dialoganti (in gergo ‘interoperabili’): se a giugno 2023 solo il 23% delle installazioni era stato aggiornato, oggi il dato è cresciuto al 50% e la prospettiva è che tra giugno e luglio di quest’anno tutte le Regioni si adeguino ai traguardi fissati nel primo step del Pnrr. Nel dettaglio, la fotografia dopo l’azione di affiancamento da parte del Dipartimento trasformazione digitale certifica oltre mille tra ospedali, Asl e altre strutture territoriali – il 51% pubbliche e il 49% private – coinvolte dal 2023 nell’adeguamento dei software ai nuovi standard nazionali del Fse 2.0, mentre “altre migliaia” risulterebbero in via di arruolamento.

Ma recepire e usare il Fascicolo sanitario è anche questione di ‘cultura’, per i cittadini così come per medici e altri professionisti – 666mila sono da formare secondo il Pnrr – e per le aziende sanitarie. E qui siamo al work in progress, come del resto mostrano gli ultimi dati (maggio 2024) dell’Osservatorio Sanità digitale della School of Management del Politecnico di Milano: nell’ultimo anno il 35% dei medici specialisti e il 48% dei medici di famiglia hanno fatto accesso al Fse, considerato strumento utile perché riduce il tempo per recuperare le informazioni, semplifica la lettura dei documenti scambiati, fornisce notizie critiche per la gestione dei pazienti in situazioni di emergenza e permette di prendere decisioni più personalizzate e basate sull’intera storia clinica dell’assistito. Malgrado la disponibilità di informazioni sul Fse sia ancora limitata, crescono intanto in un anno dal 35% al 41% i cittadini che vi hanno fatto accesso. Resta però, si legge ancora nel Report dell’Osservatorio, una percentuale ancora alta di strutture che non alimenta il Fse con i dati raccolti o che spesso carica i dati in formato non strutturato.

Sono queste le principali criticità ancora aperte e che vanno colmate, per arrivare sempre entro questo 2024 a progettare il nuovo Ecosistema dati sanitari (Eds), l’“architettura federata” tra amministrazioni centrali, Regioni e aziende sanitarie, necessaria per gestire dati standardizzati a livello nazionale, accessibile sia ai medici – che in prospettiva potranno utilizzare anche algoritmi di Intelligenza artificiale – sia alle Regioni che allora saranno in grado di disegnare campagne di prevenzione basate su dati ‘real time’ dei propri assistiti, resi anonimi a tutela della privacy. “Big data” standardizzati, utilissimi anche per gli enti di ricerca scientifica.

Fonte: Il Sole 24 Ore