Fastweb, al via il supercomputer per l’intelligenza artificiale

Un comune di poco più di 11mila abitanti nei pressi di Bergamo. Parte da Ponte San Pietro – o anche Pòt San Piero come recitano i cartelli all’ingresso del paese – la scommessa di Fastweb che ha l’ambizione di porsi come la “via italiana” all’intelligenza artificiale. Il taglio del nastro ha dato lo start ufficiale a “NeXXt AI Factory”: la cittadella dell’intelligenza artificiale made in Fastweb che prende corpo all’interno del data center Aruba. E’ qui che è ospitato il “supercomputer” Nvidia Dgx SuperPOD per l’intelligenza artificiale generativa che sarà messo a disposizione di imprese, start up e istituzioni.

Bussola sul mercato delle imprese

«Saremo commercialmente pronti nel quarto trimestre di quest’anno» puntualizza l’amministratore delegato di Fastweb Walter Renna, sottolineando che «il modello di business è totalmente aperto, vogliamo dare alle aziende e alla Pa la possibilità di decidere a che livello investire: possono avere solo spazio nel cloud, c’è chi vuole il nostro modello linguistico e chi, auspichiamo, vorrà creare con noi applicazioni verticali». Quanto all’investimento, non viene dato nessun dettaglio finanziario. Secondo alcune indiscrezioni circolate e raccolte dal Sole 24 Ore l’acquisto del supercomputer Nvidia dovrebbe aver richiesto un impegno attorno ai 60 milioni di euro. Condizionale d’obbligo, visto che la cifra non è ufficialmente nota e Renna ieri si è solo limitato a ricordare che l’investimento «fa parte di quel 25% che ogni anno investiamo in infrastrutture» necessarie per lo sviluppo digitale.

I tempi e il vantaggio su Tim Enterprise

Si tratta a ogni modo di un’infrastruttura scalabile, quindi aumentabile, pensata per creare, mettere a punto e gestire servizi alle imprese pressoché tailor made. «L’obiettivo – spiega Renna – non è quello di competere con ChatGpt per il consumer. Vogliamo creare un nostro modello per le imprese, con la certezza che venga rispettata la cultura e la lingua italiana. Al centro di questo progetto c’è la qualità». Niente consumer, dunque, ma bussola rivolta verso il segmento imprese. Dove, è inevitabile, la controllata di Swisscom finirà per scontrarsi frontalmente con la nuova Tim solo servizi e senza più rete. «Tim Enterprise? Sarà una bella competizione, accesa come sempre. Anche se sui temi di Intelligenza artificiale, per quel che io sappia, siamo più avanti, perché siamo partiti ormai un anno fa e oggi mettiamo a terra questa strategia, e speriamo di accelerare il più possibile»

La via italiana all’intelligenza artificiale

In termini di ricavi, Fastweb si aspetta di «superare la doppia cifra in tre anni. E’ un mercato che cresce molto rapidamente e che oggi vale 500 milioni ma che ci aspettiamo arrivi a 2 miliardi in 5 anni». Tutto grazie ad applicazioni e servizi nate grazie all’utilizzo di un supercomputer che, senza scendere in tecniciscmi, è nei fatti un’infrastruttura potente sulla quale far girare un cervello (i cosiddetti “Llm” o modelli fondativi) tutto italiano che Fastweb ha dichiarato di voler mettere in funzione rispettando la sovranità del dato, addestrato su dati italiani riconoscendo i diritti a tutti i data providers interessati, editori compresi.

Partnership di cinque anni con Mondadori

Mondadori, Istat ed Edizioni Bignami sono le prime partnership sulle quali è stata fatta disclosure. Collaborazioni anche con l’Università La Sapienza di Roma e l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Ma l’elenco non si ferma qui. Con la casa di Segrate, in particolare, l’intesa è pluriennale e va oltre l’utilizzo del materiale (dai siti e non dai libri i cui diritti di utilizzo spettano agli autori) per creare il proprio Llm (Large Language Model, la base dei sistemi di intelligenza artificiale) Miia (Modello Italiano Intelligenza Artificiale). Se Fastweb userà il materiale Mondadori per allenare supercomputer ingrossando e perfezionando il “linguaggio”, dall’altra parte la controllata di Fininvest potrà avere un ausilio tecnico e anche in termini di consulenza, soprattutto per la sua offerta sul filone dei prodotti editoriali in cui che hanno come focus l’alimentazione.

Fonte: Il Sole 24 Ore