Federalimentare: «La Sugar tax è solo un balzello e non tutela la salute»

Federalimentare: «La Sugar tax è solo un balzello e non tutela la salute»

La Sugar tax? «Rischia di essere solo una tassa ideologica, senza nessuna base scientifica». Così Paolo Mascarino, presidente di Federalimentare, etichetta la tassa di dieci centesimi per litro sulle bibite analcoliche la cui entrata in vigore è prevista per il 1° di luglio. Proprio in questi giorni il governo è chiamato a pronunciarsi su un suo ulteriore rinvio, così come richiesto dagli emendamenti al Decreto Milleproroghe presentati da Forza Italia e Lega. La Sugar tax fu introdotta dalla Legge di Bilancio per il 2020 varata dal governo Conte, ma da allora non è mai entrata in vigore, grazie a un rinvio dietro l’altro.

Perché sostiene che la Sugar tax non è stata fatta per tutelare la salute dei consumatori?

L’utilità dell’applicazione della Sugar tax ai fini salutistici non è mai stata confermata da solide evidenze scientifiche. L’unico riferimento presente nella relazione illustrativa della Sugar tax del 2020 è un sintetico richiamo alle raccomandazioni dell’Oms, che sono generiche essendo rivolte ai quasi 200 Stati del mondo, e che semplicemente suggeriscono tra le possibili soluzioni anche l’adozione di interventi di politica fiscale. Ma il consumo in Italia di bevande dolcificate si colloca all’ultimo posto fra gli Stati europei, e perdipiù inferiore del 45% alle media europea. La raccomandazione dell’Oms per la Sugar tax non può dunque rappresentare il fondamento economico-sanitario per la sua applicazione in Italia. Le cose vanno dette con chiarezza: La Sugar tax è stata giustificata su di una base scientifica ma che scientifica non è, e dunque rischia di essere solo una tassa ideologica, figlia di un approccio dirigista che pretende di dire alle persone cosa bere e cosa mangiare.

Quanto incasserebbe lo Stato dalla Sugar tax?

La relazione tecnica della legge di Bilancio con cui il governo Conte approvò la Sugar tax ha stimato il gettito fiscale pari a circa 280 milioni di euro, ipotizzando che non ci sia contrazione dei consumi per effetto della tassazione. Ma questo da un lato è in palese contraddizione con la raccomandazione Oms, che giustifica la tassa solo in quanto riduca i consumi. E dall’altro non considera l’impatto negativo che si produrrà sull’intera filiera agroindustriale coinvolta. Uno studio elaborato dall’Università Luiss Guido Carli conferma che si tratta di una tassa di scopo e come tale, volendo rispettare il principio di trasparenza e responsabilità della pubblica amministrazione, richiede non solo chiare motivazioni, ma che siano forniti tutti gli elementi in grado di farne comprendere la logica sottostante. La Sugar tax non fornisce queste indicazioni, ma è un tributo aggiuntivo per le imprese e in consumatori in apparenza per sostenere la fiscalità generale, ma che di fatto creerà un danno all’industria e certamente non gioverà alla salute dei cittadini.

Fonte: Il Sole 24 Ore